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Clima: lunedì l’Ue decide la road map per la conferenza di Durban

8 ottobre 2011 0 commenti

logo_unfccc2Lunedi’ al Lussemburgo il primo Consiglio europeo dell’Ambiente sotto la presidenza di turno polacca dell’Ue. Il commissario all’Ambiente, Janez Potocnik, e quello per l’Azione per il clima, Connie Hedegaard, rappresenteranno la Commissione europea. Tema principale del Consiglio dell’Ambiente l’adozione di una posizione europea alla prossima UNFCC Cop 17 (la Conferenza delle parti contraenti il Protocollo di Kyoto) a Durban, in Sudafrica (28 novembre – 9 dicembre).
 Tra gli altri argomenti sul tavolo dei ministri dell’Ambiente dei 27: la valutazione conclusiva del Sesto programma di azione per l’ambiente (2002-2012) adottata dalla Commissione ad agosto; la preparazione per la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (‘Rio +20′) che si terra’ a Rio De Janeiro (Brasile) dal 4 al 6 giugno 2012; il prossimo meeting della Convenzione
di Basilea sul controllo dei movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e sulla loro eliminazione, che si terra’ in Colombia dal 17 al 21 ottobre. Previsto anche la presentazione della Roadmap per
una efficiente economia delle risorse recentemente adottatata dalla Commissione Ue.  Il Consiglio Ue dell’Ambiente dovrebbe adottare quindi delle conclusioni che fissino i principali elementi della posizione Ue in vista della conferenza annuale delle Nazioni Unite sui mutamenti climatici. “Le conclusioni dovrebbero spingere per un risultato ambizioso ed equilibrato da raggiungere a Durban- segnala una nota della Commissione- per portare il mondo piu’ vicino ad un quadro globale, completo e giuridicamente vincolante per l’azione in difesa del clima”. In particolare, la Cop17 di Durban dovrebbe rendere operative le intese raggiunte alla conferenza di Cancun dello scorso anno, affrontando i principali problemi lasciati da parte negli accordi, per andare avanti sulla questione della forma giuridica del futuro quadro globale, compresa la fissazione di un calendario per la sua approvazione.

 Al Consiglio di lunedi’ al Lussemburgo i ministri dell’Ambiente Ue dovranno affrontare due questioni rimaste in sospeso. La prima riguarda la posizione in merito ad un
eventuale secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto, “come parte di una transizione verso un piu’ ampio quadro giuridicamente vincolante che copra tutti i principali emettitori”,
segnalano dalla Commissione. Il secondo problema riguarda “il modo di trattare, nell’ambito di un eventuale secondo periodo di impegno di Kyoto, il surplus del budget di emissioni dei paesi
sviluppati che si prevede emettteranno meno di quanto consentito nel primo periodo di impegno”. L’attuale testo del Protocollo di Kyoto permette ai paesi di riportare tutto il surplus degli
Assigned amount units (Aau) per successivi periodi di adempimento, “ma la grande dimensione del surplus che si e’ accumulato, implica che cosi’ facendo si potrebbe pregiudicare l’efficacia
delle future azioni per il clima”.
 L’Europa “potra’ elaborare nel regime di Kyoto un secondo periodo di impegni, diciamo di 10 anni, ma solo a determinate condizioni, legate all’integrita’ (di chi assume impegni, ndr) e solo se anche i piu’ grandi emettitori sottoscrivono gli impegni, e questo e’ importante”. Cosi’ il commissario europeo per l’Azione per il clima, Connie Hedegaard, nel corso dell’audizione alla Camera
con le commissioni Ambiente di Montecitorio e del Senato di giovedi’ scorso. Insomma, “ci impegneremo solo a determinate condizioni- precisa Hedegaard- l’importante e’ essere chiari, e
giocare le nostre carte con saggezza in modo che si eserciti la maggior pressione sui paesi e soggetti che non si sono impegnati finora.

“L’Italia, e’ disponibile a considerare un eventuale prolungamento del protocollo di Kyoto solo a determinate condizioni: che abbia una scadenza al 2017; che ci sia un impegno delle altre economie alla riduzione delle emissioni; che ci sia un sistema comune di controllo e verifica degli impegni”. Questa, come spiega una nota del ministero, la posizione italiana come espressa, sempre giovedi’ scorso, dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, al commissario europeo europeo per l’Azione per il clima, Connie Hedegaard.  “Su questo tema in sede europea vi sono posizioni differenziate fra chi ritiene che l’Unione possa assumere posizioni unilaterali con un secondo periodo del Protocollo di Kyoto- segnalano dal ministero- e chi, come l’Italia, invita a considerare che l’impegno sul clima e’ efficace solo se e’ globale, quindi con l’adesione di tutti i paesi, a partire da Cina, Usa, Giappone, Russia, India eccetera”.