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Clima: a Durban segnali di speranza, ma l’accordo resta lontano

2 dicembre 2011 0 commenti

cop17cmp7_30_1_533Al termine della prima settimana di lavori del vertice mondiale Onu sui cambiamenti climatici arrivano due sprazzi di speranza. Il primo e’ che la bozza sul prolungamento del protocollo di Kyoto _ che scade nel dicembre 2012 _ e’ pronta (ma ovviamente manca l’accordo). La seconda è relativa all’accordo globale: la Cina, infatti, si e’ resa disponibile a impegni legalmente vincolanti sui tagli delle emissioni di CO2. Da qui al 9 dicembre, quando si chiuderà la conferenza, la ricerca di una intesa.
 Intanto la Conferenza (Cop17), che si svolge sotto l’egida della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, l’Unfccc (United nations convention on climate change), si prepara ad accogliere la riunione dei ministri e dei capi di governo prevista per il pomeriggio del 6 dicembre. La bozza di testo sul destino del protocollo di Kyoto, uscita da uno dei gruppi al lavoro questa settimana, aspetta soltanto di sapere come fare ad andare avanti e magari conoscere il tipo di impegni che saranno pronti a prendere i Paesi firmatari. Anche nel gruppo di lavoro incaricato di redigere l’accordo globale di lungo periodo, i vari testi sarebbero pronti ma e’ lontana la soluzione sulla forma legale. Ad oggi pero’ l’apertura della Cina, il Paese che emette piu’ CO2 a livello planetario (25% del totale), apre una finestra per l’introduzione a medio termine di eventuali obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni dei gas serra.

Il negoziatore cinese non ha infatti ”escluso la possibilita’ di un accordo legalmente vincolante”. Per noi – ha detto – ”e’ possibile ma dipende dai negoziati”. Secondo alcuni ‘rumors’ inoltre anche l’India, spinta dagli stati delle piccole isole (43 Paesi del gruppo Aosis), sarebbe pronta ad
assumersi impegni vincolanti di riduzione delle emissioni.   

Gli Usa invece non vogliono prendere impegni prima delle elezioni presidenziali del novembre 2012 e cercano di trovare nell’attuale crisi una giustificazione al mancato finanziamento del Fondo verde per il clima per il quale mancano le regole relative al finanziamento (la dotazione prevista e’ di 100 miliardi di dollari all’anno al 2020 a partire dal 2013) e alla gestione.  Piu’ in generale, i delegati si sono finora suddivisi in gruppi di ‘contatto’ e ‘informali’ che dovranno aver pronte le bozze di testo per discuterle nella sessione plenaria di lunedi’ 5 dicembre. E poter poi consentire di sbrogliare i nodi a livello politico. Tra i principali argomenti trattati le tecnologie a basso contenuto di carbonio, Piani nazionali di adattamento e mitigazione, i meccanismi
di cooperazione tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo. E’ invece a buon punto lo strumento di lotta alla deforestazione e degrado del suolo, Redd plus (REDD+, che significa maggior impegni).
 

Alcuni manifestanti, tra cui No-Global e donne delle campagne africane, sono stati bloccati  per aver tentato di forzare l’entrata nel centro conferenze in cui si tiene il summit Onu. Ma gia’ da sabato mattina pero’ e’ prevista un’altra manifestazione dove sono attese migliaia di persone provenienti soprattutto da Ong e associazioni. Da lunedi’, in vista della fine della riunione, e’ prevista un’ intensificazione delle proteste.