Home » Redazione Ecquo » Clima »

Durban, in 10.000 in marcia per chiedere giustizia climatica

5 dicembre 2011 0 commenti

durban‘Amandhla!” gridano gli attivisti e altre voci rispondono ”Awethu!”. E’ la chiamata alla mobilitazione in lingua zulu, significa ”potere” e si risponde ”è nostro”. Con lo slogan ”Uniti contro il cambiamento climatico” la manifestazione di movimenti, sindacati e società civile a Durban ha mosso 10mila persone. La convocazione a mobilitarsi è stata lanciata dai movimenti sociali sudafricani riuniti del C17, il comitato della società civile incaricato di organizzare le giornate di Durban.

 All’appello hanno risposto le reti internazionali per la giustizia climatica. Durban è il maggiore porto commerciale dell’Africa meridionale, il principale porto mondiale per lo zucchero e un centro importante per l’industria tessile e le conserve.  Nonostante il suo ruolo economico di primo piano, la disuguaglianza sociale è evidente, gli indici di criminalità sono alti e un terzo dei poveri vive ancora negli slum.

 In prima fila, a manifestare ci sono le realtà africane impegnate contro le privatizzazioni dei servizi basici, con il piu’ grande movimento sociale sudafricano Abahlali baseMjondolo (“coloro che vivono nelle baracche”, e sono quasi 200.000 persone solo a Durban), impegnato a garantire la sovranità energetica nei quartieri popolari e nei ghetti. E poi il mondo contadino che chiede che la riforma agraria promessa alla fine dell’apartheid, e mai attuata, venga finalmente rispettata e che denuncia le pratiche di landgrabbing delle multinazionali Monsanto e Angloamerican. A manifestare c’e’ anche il Cosato, il più importante sindacato sudafricano con due milioni di iscritti, che propone la creazione di un milione di posti di lavoro nei settori dell’economia verde, e altre sigle sindacali internazionali, tra cui la francese Cgt.

 Non mancano le organizzazioni ambientaliste come Greenpeace, Wwf e Friends of the earth, la giapponese Your environment summit e la Actalliance, che raggruppa oltre 125 chiese in 140 paesi, che ha lanciato la campagna ”Climate change kills me”. Anche le donne africane contadine, le “guardiane dei semi”, hanno marciato per la giustizia ambientale in queste giornate di Durban, protestando in lingua Zulu con manifesti con su scritto ”occupy earth” piazzati di fronte al gigantesco Hotel Hilton che domina la conferenza ufficiale del Cop17.