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Durban:trattative nella notte, esito incerto

10 dicembre 2011 0 commenti

La bozza c’è, l’accordo forse, con trattative che si sono estese tutta la notte e sono state sospese in attesa di una ripresa alle 9 ora italiana. Dopo l’ultima convulsa giornata del negoziato le trattative fervono su un documento messo a punto dalla presidenza sudafricana e che punta a concretizzare un aspirazione di sempre dei negoziati climatici: avere un accordo che a differenza di quello di Kyoto comprenda tutti, paesi sviluppati e in via di sviluppo, sebbene con responsabilità e impegni differenziati.

La bozza sudafricana prevede l’avvio nel 2012 di un mandato negoziale che dovrà concludersi nel 2015 e dovrà comprendere tutti. Il quadro non è legalmente vincolante,come chiedeva l’Europa, ma “in un quadro legale”,, formulazione questa pretesa dagli Stati Uniti. E’ un passo indietro non da poco che mina l’effettività dell’accordo ma senza di esso Stati Uniti e pare Cina erano decisi a chiamarsi fuori. Una volta raggiunto l’accordo sul testo “entro il 2015” l’accordo verrà dotato dalla COP21 a dicembre 2015 ed entrerà in vigore ne 2020. Sono altri 5 lunghi anni, ma occorre ricordare che per arrivare all’entrata in vigore di Kyoto ce ne vollero sette. L’Europa ha visto in larga parte accettare la sua impostazioni e  ottiene il risultato voluto _ l’accordo globale _ seppure a prezzo di un avvio solo nel 2020 e senza quel “legalmente vincolante” tanto necessario.

In cambio l’Europa ha dato disco verde al Kyoto 2, cioè al prolungamento del protocollo di Kyoto in un secondo periodo di impegno, nonostante Giappone, Russia e Canada abbiano detto che o non vi parteciperanno (Canada) o parteciperanno non prendendo impegni di nessun tipo (Giappone e Russia). L’Europa vi parteciperà quasi da sola _ le adesioni previste sono solo quelle di Australia, Nuova Zelanda, Norvegia e Svizzera _ anche se non si sa con quali impegni. Lo scopriremo a maggio 2012, perché enttro quella data dovranno essere comunicati dagli stasi al segretariato. Questo significa che si tratterà di impegni volontari, e anche questo  un passo indietro rispetto al passato. Probabilmente questo sarebbe il massimo possibile, seppure ben altro sarebbe necessario per rallentare il cambiamento climatico. Ammesse e non concesso che la Cina accetti. Il che è da vedere.

Alessandro Farruggia