Fukushima: sei errori per una catastrofe
Non è successo per caso. L’incidente di Fukushima è frutto di una serie di errori progettuali e omissioni che hanno creato una situazione tale che di fronte ad una sollecitazione estrema come un forte tsunami la centrale di Fukushima Dai Ici non avrebbe retto innescando il più compesso incidente industriale mai verificatosi e la sola catastrofe catalogata di livello 7 _ il massimo _ nella scala Ines.
Il libro “Fukushima la vera storia” di Alessandro Farruggia, pubblicato da Marsilio pochi giorni dal primo anniversario dell’incidente, identifica sei errori chiave che potevano dare vita ad un incidente grave. Uno solo non ha giocato un ruolo nella catastrofe che si è innescata l’11 marzo 2011. Il che dimostra come tutto fosse ampiamente prevedibile, e quindi evitabile. Ma l’eccesso di sicurezza e la ricerca del risparmio purchessia anche di fronte ad una tecnologia energetica ad alto rischio comne quelal nucleare ha esposto il Giappone ad una catastrofe.
Il primo tragico errore è l’abbassamento del livello di costa sul quale è stata costruita la centrale: questa scelta effettuta dalla Tepco ha esposto l’impianto allo tsunami, che invece avrebbe potuto sostanzialemte evitare se la scogliera non fosse stata “ribassata”. Gli altri errori sono la sottovalutazione del rischio sismico, la sottovalutazione del rischio tsunami, l’inadeguatezza dei dispositivi di sicurezza (in particolare la localizzazione dei generatori di emergenza e delle batterie di emergenza), il design progettuale inadeguato soprattutto per quanto riguarda il reattore 1 che usava un antiquato contenimento di tipo “Mark 1″ e i problemi di microfratture mostrati da più componenti, in particolare dal vessel del reattore 4 e che la Tepco ha cempre cercato di minimizzare o di nascondere alle autorità di controllo.
Il libro “Fukushima, la vera storia” sarà presentato martedì 6 marzo alla presenza del ministro dell’ambiente Corrado Clini presso l’Istituto dell’enciclopedia italiana di Roma. Seguiranno presentazioni a Prato, Bologna, Firenze, Napoli, Milano, Catanzaro e altre città.