Home » Redazione Ecquo » animali, Apertura, Azioni »

Proposta di legge per vietare allevamenti di animali da pelliccia

4 marzo 2012 0 commenti

logo-lavVietare per legge l`allevamento, la cattura e l`uccisione di animali per ottenere pellicce, oltre che la produzione, l`esportazione, la commercializzazione, il trasporto, la detenzione, la cessione a qualunque titolo di pellicce ricavate da animali appositamente allevati, catturati o uccisi in Italia. E` quanto previsto nella proposta di legge depositata alla Camera dei deputati dall’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Ed è quanto chiedono gli animalisti delle principali associazioni italiane che con lei hanno manifestato mascherati da animali davanti ai cancelli del Mi-Fur, salone internazionale della pellicceria, a Milano.

A supporto della proposta di legge sono state raccolte 50 mila firme in calce ad una petizione della Lav, che sarà consegnata la settimana prossima ai presidenti di Camera e Senato. In armonia con i più recenti sviluppi della legislazione penale, la proposta di legge stabilisce che l`uccisione di animali da pelliccia e la commercializzazione di pelli di animali allevati o catturati in Italia diventino reati, puniti con la reclusione da 3 a 18 mesi e sanzioni pecuniarie fino a 5000 euro per ogni animale. Naturalmente senza alcun rispetto per il benessere animale”.

Per gli animali degli allevamenti in via di dismissione sono previsti il reinserimento nell`ambiente naturale o l`affidamento a strutture adeguate. Questa strada è già stata imboccata da molti Paesi europei. L`Olanda ha vietato l`allevamento delle volpi e dei cincillà (dal 1995); dal 2000 la Gran Bretagna ha bandito gli allevamenti in quanto ritenuti crudeli; anche Austria (dal 2004), Danimarca (dal 2009, con bando vigente a partire dal 2024), Irlanda del Nord e Scozia (2003), Croazia (dal 2007, con bando vigente a partire dal 2017), e la Bosnia hanno vietato l`allevamento di animali per la produzione di pellicce.

Germania, Svizzera, Svezia e Bulgaria hanno già adottato forti restrizioni. “In nome del lucro, del capriccio e della vanità, 70 milioni di animali soffrono nelle gabbie degli allevamenti intensivi o sono strappati al loro ambiente naturale ed uccisi per produrre pelli o pellicce – spiega la Brambilla – L’approvvigionamento avviene per l`85 per cento attraverso gli allevamenti e per il 15 per cento da catture in natura. E proprio dagli allevamenti europei provengono il 60 per cento delle pellicce commercializzate nel mondo. I metodi usati sono quelli industriali, che consentono di massimizzare il profitto.