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A un anno da Fukushima, domani il Giappone si ferma

10 marzo 2012 0 commenti

413px-JAPAN_EARTHQUAKE_20110311_svgEra l’11 marzo del 2011, le 14.46 ora locale, le 7.26 di mattina in Italia, quando e’ cambiata la storia del Giappone. Un terremoto di magnitudo 9 e un successivo potentissimo tsunami si sono abbattuti sulla parte settentrionale del paese lasciando circa 19mila tra morti e dispersi ma, soprattutto, provocando la piu’ grave crisi nucleare della storia del mondo dopo Chernobyl.

Domani il Giappone ricorda la tragedia non ancora finita fermandosi per un minuto, con le bandiere a mezz’asta e con una cerimonia al Teatro nazionale di Tokyo a cui parteciperanno l’imperatore Akihito e il premier Yoshihiko Noda. Nella citta’ di Fukushima sara’ il governatore Yuhei Sato a guidare gli eventi commemorativi nell’area. La citta’ che ospita la centrale colpita dal disastro, a un anno di distanza, non e’ ancora sicura, secondo gli esperti di Greenpeace che hanno rilevato oggi livelli radioattivi molto superiori a quelli precedenti all’11 marzo 2011.
La zona di esclusione nucleare, venti chilometri di perimetro intorno alla centrale, potrebbe rimanere non abitata per decenni a causa dei livelli di radiazione a oggi riscontrati. Decine di migliaia di persone sono state evacuate in un anno, tra cui bambini per i quali si cerca di ricostruire aree e spazi ludici e di formazione.  Come in quella mattina dell’11 marzo la vita di tutto il Giappone domani si fermera’ per un minuto di silenzio.
Manifestanti anti-nuclearisti accenderanno delle candele per ricordare i morti di Fukushima e si fermeranno autobus e treni mentre mare e canali continuano a restituire ancora oggi i corpi delle vittime. 

PROTESTE ANCHE IN FRANCIA

Ci sara’ anche Legambiente “a formare la lunga catena umana di 235 chilometri che domani congiungera’ Lione ad Avignone per dire anche in Francia ‘Basta nucleare'”. In una nota l’associazione ambientalista spiega che si tratta di “un’iniziativa pacifica promossa dall’associazione Sortir de nucleare che, a un anno dallo tsunami e dal terribile incidente alla centrale giapponese di Fukushima, richiama l’attenzione sui rischi del nucleare e chiede a gran voce la denuclearizzazione della Francia insieme a una profonda riconversione green del sistema energetico di quel paese fondata su rinnovabili ed efficienza”.   Legambiente aggiunge che “la valle del Rodano, infatti, con i suoi 11 reattori – per un totale di 58 in Francia – e’ la regione piu’ densamente nuclearizzata d’Europa e se dovesse verificarsi un incidente in questa zona, non sarebbe solo la Francia intera a esserne gravemente e durevolmente colpita ma tutta Europa”. Cosi’ il vicepresidente di Legambiente, Stefano Ciafani: “I francesi hanno deciso di manifestare, in piena campagna elettorale, la loro volonta’ di vivere in un paese denuclearizzato e di far pressione sui politici perche’ anche la Francia, come la Germania e l’Italia, esca dall’era nucleare per entrare in quella delle fonti rinnovabili. Per riuscirci hanno bisogno del sostegno di quante piu’ persone possibili e per questo come Legambiente abbiamo deciso di partecipare a questa manifestazione”.   

Secondo Ciafani “e’ importante e urgente che tutta l’Europa, e non solo i singoli paesi, abbandoni questa fonte energetica pericolosa e costosa per concentrarsi sull’energia verde. Che il nucleare sia una fonte energetica in costante declino e’ confermato anche da un recente rapporto dell’Aiea elaborato sui dati precedenti all’incidente di Fukushima, secondo il quale il contributo del nucleare alla produzione totale di elettricita’ nel mondo sarebbe passato dal 13,5% del 2010 al 6,2% del 2050. E con l’abbandono dei programmi nucleari di paesi come la Germania e la Svizzera, e il ripensamento di paesi fortemente nuclearizzati come il Giappone, in seguito al terribile incidente di Fukushima, questo dato e’ destinato a diminuire ulteriormente condannando inesorabilmente il nucleare a scomparire dalle fonti di produzione di energia elettrica”.