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Allarme Legambiente: i laghi italiani sono inquinati. Valori fuorilegge per il 60% dei casi

21 agosto 2014 0 commenti
Photo Olycom

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I laghi italiani sono inquinati. Nel 60% dei casi esaminati sono emersi valori batteriologici fuori legge: tra le minacce più rilevanti per la qualità di acqua e territorio spiccano l’inadeguatezza dei sistemi fognari e depurativi e la cementificazione delle coste. E’ questo l’allarme lanciato da Legambiente nel bilancio della campagna Goletta dei Laghi 2014. Undici tappe, dieci regioni attraversate, oltre cento punti campionati, decine di iniziative promosse. La Goletta ha acceso i riflettori e puntato il dito su molti dei problemi che minacciano i bacini lacustri e le acque interne: dalla cementificazione delle coste, di cui sono un triste esempio molti laghi settentrionali come l’Iseo e il Garda, ai paventati progetti impattanti frutto di una visione insostenibile del turismo, come la possibile creazione del comprensorio sciistico più grande del Sud Italia sui laghi Arvo e Cecita in Calabria.
Non indifferente è anche l’impatto delle attività agricole, come sul lago di Como, e quelle industriali che richiedono un monitoraggio costante, come deve accadere per il lago Pertusillo in Basilicata. All’inquinamento eccessivo si aggiunge inoltre il diffuso disinteresse degli enti preposti.
In Sicilia, ad esempio, la mancata applicazione per oltre 13 anni delle norme a tutela delle acque interne è valsa alla Regione la Bandiera Nera. Ma sono stati anche molti gli elementi raccolti dalla campagna ambientalista per mostrare come i laghi siano in grado di diventare modelli di gestione virtuosa dei territori, in grado di richiamare turismo sostenibile attraverso le bellezze della natura. Spesso si tratta di veri e propri presidi ecologici, come i Pantani di Lentini e Gelsari in Sicilia, il lago di Vico nel Lazio, il lago di Porta in Toscana, i bacini della Sila in Calabria.

BOCCIATI 12 LAGHI ITALIANI – E’ complessivamente negativo l’esito del monitoraggio di 12 laghi italiani: Iseo, Lario, Varese, Ceresio Maggiore e Garda in Lombardia, la sponda del Maggiore in Piemonte e quella del Garda in Veneto, Bolsena, Bracciano, Albano e Vico nel Lazio e Trasimeno e Piediluco in Umbria risultano ampiamente inquinati.
Su 101 punti campionati complessivamente ben 62 hanno mostrato una concentrazione di batteri fecali superiori alla norma, 39 in misura tale da risultare fortemente inquinati. I bacini della Lombardia sono tra i più critici, con 38 punti su 58 oltre i limiti di legge. La necessità attuale è quella di investimenti in infrastrutture fognarie e depurative: ecco allora il dossier #salvaacque di Legambiente, che raccoglie alcune delle iniziative più urgenti per migliorare la qualità del tessuto idrico lombardo.