Enti locali, cambiamenti climatici e salute
Non toccano ancora così da vicino i paesi europei come in altre parti del mondo ma i condizionamenti sulla salute e sul benessere ci sono già, eccome. I cambiamenti climatici infatti sono ormai parte della vita quotidiana non solo dei ricercatori che ne studiano le cause, o dei medici che ne analizzano gli effetti, ma di qualsiasi cittadino.
I dati dell’OMS sono chiari. Ogni anno sono migliaia le morti premature dovute alle ondate di calore, alle calamità naturali e ai dissesti idrogeologici, alla ridotta disponibilità idrica, all’aumento della desertificazione e degli incendi che alimentano la diffusione degli agenti inquinanti a lungo raggio, all’inquinamento da ozono e da particolato.
E gli enti locali, che sono i primi a dover dare delle risposte concrete ai propri cittadini, si stanno interrogando per individuare gli strumenti più efficaci a contrastare e prevenire lo sviluppo di malattie correlate al cambiamento climatico.
Ad approfondire l’argomento è stato in particolare un workshop, organizzato ad Arezzo dal Coordinamento Agende 21 Locali italiane, la Rete Italiana Città Sane, l’Associazione Medici per l’ambiente e il Comune ospite, che ha visto a confronto amministratori, tecnici e medici.
Le possibilità di contrasto sono notevoli ad esempio sul fronte della mobilità sostenibile, dell’utilizzo dell’energia e della pianificazione urbana, ma quello che manca all’Italia è una vera e propria regia e una strategia comune che preveda un approccio integrato che non lasci l’azione solo alla buona volontà dei singoli.
Il rischio infatti, come spesso accade nel nostro bel paese, è che si attenda l’emergenza. Per questo oltre ad una determinazione maggiore da parte del Governo, sarebbe necessaria anche un’importante presa di coscienza e una forte azione dell’opinione pubblica che chieda con decisione un impegno omogeneo in tutto lo stivale.