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Legambiente: al “modello emiliano” serve un cambio di passo

16 marzo 2009 0 commenti

Il modello ambientale dell’Emilia Romagna registra  una crisi che “investe tutte le risorse naturali”. La denuncia viene da Legambiente, che ha lanciato l’allarme al suo nono congresso regionale. Il documento approvato al termine dei lavori esprime “una forte critica all’azione di governo a livello centrale, regionale e locale”, parla esplicitamente di “crisi del modello emiliano” e denuncia “la forte riduzione delle diversita’ dell’Emilia-Romagna rispetto alle altre regioni del paese”. Le vertenze che vedono impegnati gli ambientalisti, sia sul piano politico-istituzionale che con iniziative giudiziarie, vanno dalla vicenda Solvay di Ferrara, al processo sull’Alta velocita’ tra Bologna e Firenze, dall’inchiesta sulla Centrale S.Marco di Bando ai procedimenti sulle escavazioni di sabbia del Po, fino al processo Enel per la Centrale di Porto Tolle.  Legambiente mette anche l’accento sull'”urgenza di cambiare le politiche economiche di fronte all’evidente fallimento del modello di sviluppo basato sulla crescita e la necessita’ di un cambio di passo sostanziale per far fronte alla attuale fase”. Le proposte di Legambiente sul tema dei cambiamenti climatici e per il rilancio dell’economia e dell’occupazione chiedono politiche basate sulla difesa dell’ambiente, il blocco del consumo di suolo, la riscoperta della cultura della manutenzione, una mobilita’ che passi dalla strada alla rotaia “non solo a parole”, un ampio uso energie rinnovabili, il sostegno della scuola pubblica e della ricerca, l’innovazione di processo e di prodotto. Il congresso di Legambiente (al quale hanno preso parte anche i due massimi dirigenti nazionale dell’associazione Rossella Muroni, direttrice generale, e Vittorio Cogliati Dezza, presidente), si legge nella nota, ha visto anche la conferma alla presidenza di Luigi Rambelli, anche se aveva detto di voler lasciare la guida dell’associazione. Al termine della sua relazione, infatti, Rambelli aveva confermato l’intenzione, annunciata da tempo, di non ricandidarsi per un altro mandato alla guida dell’associazione. La nuova direzione regionale, riunita a conclusione del congresso, ha scelto in modo unanime di confermare Rambelli alla presidenza di Legambiente e di avviare da subito un percorso per la formazione di un nuovo gruppo dirigente dell’associazione.

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