Sull’Ambiente è braccio di ferro tra Prestigiacomo e Calderoli
La semplificazione non si può fare alle spese dell’ambiente. E su questo il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha rotto gli indugi e ha ingaggiato un braccio di ferro con il ministro della Semplificazione normativa Roberto Calderoli.
“L’articolo 4 del decreto anticrisi approvato dalle commissioni Finanze e Bilancio della Camera _ attacca la Prestigiacomo _ sopprime di fatto il ruolo del ministero dell’Ambiente nel delicato iter autorizzativo per la realizzazione di centrali di produzione e per le reti di distribuzione di energia, ed esautora ogni ruolo degli enti locali. Si tratta di un provvedimento di inaudita gravità, inaccettabile per chi, in questa legislatura, ha sbloccato nel rispetto della normativa ambientale, in pochi mesi, centinaia di pratiche Via che paralizzavano la realizzazione di importanti opere per lo sviluppo del paese”.
“Né la legge obiettivo, né la recente normativa approvata nel gennaio 2009 sui commissari straordinari per le opere strategiche – prosegue – hanno mai escluso le tutele ambientali e della salute dei cittadini, imposte dal diritto comunitario, che invece, con questo articolo, passerebbero ad un unico soggetto che da solo, si pretende, dovrebbe sostituire le competenze dei 60 esperti della commissione Via-Vas, e dei 20 della commissione Aia nonchè di professionalità capaci di coniugare tutela ambientale e sviluppo”.
“Chiedo – afferma la Prestigiacomo – modifiche sostanziali a questo articolo e denuncio il metodo attraverso il quale ministeri non competenti in questa materia sono diventati, in nome della semplificazione, portabandiera di una norma deleteria per l’ambiente, per la salute dei cittadini, e persino per la stessa semplificazione perché fonte certa di contenzioso amministrativo e comunitario e quindi di blocchi delle procedure”.
Secca la replica di Calderoli. “Sono sorpreso e sconcertato per le dichiarazioni ed il risentimento espressi dal ministro Prestigiacomo “. L’articolo 4, dice il ministro della Semplificazione normativava “e’ stato fisicamente scritto nella penultima seduta del Consiglio dei ministri- sottolinea Calderoli- con interventi e contributi da parte di tutti i ministri che si sono interessati e nell’ultima seduta del Consiglio dei ministri, sede idonea per poter portare osservazioni e proposte migliorative, nessuna eccezione e’ stata sollevata in relazione al suddetto articolo”. La norma, afferma ancora Calderoli in riferimento al decreto anti-crisi, un cui articolo e’ stato criticato oggi dal ministro Prestigiacomo, ”non e’ stata scritta in stanze segrete ma proposta e richiesta a gran voce dalla societa’ civile”. ”E’ noto, infatti – sostiene Calderoli – che la mancata realizzazione delle reti elettriche produce un danno di 1.300 milioni di euro all’anno: soldi che i cittadini e le imprese pagano direttamente sulla loro bolletta. Cifre alla mano, un ritardo anche di un solo giorno produce un aggravio nelle suddette bollette di oltre 3,5 milioni di euro al giorno”.
Ma non finisce qui. La Prestigiacomo è sempre più irritata e attorno a lei si stringe un consenso che va dalle associazioni ambientalista al Pd ad esponenti del Pdl come Tortoli (“Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, semplifica un po’ troppo il suo ragionamento. E forse non ha mai sentito parlare di sviluppo sostenibile”), Miccichè, Grimaldi e Granata (“esprimo incredulità mista ad indignazione”).
E naturalmente con la Prestigiacomo ci sono gli ambientalisti. “Le rivendicazioni del ministro Prestigiacomo _ osserva il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza _ sono certamente condivisibili. Da tempo e piu’ volte abbiamo espresso la nostra preoccupazione perche’ pensiamo che l’indebolimento del ministero dell’Ambiente sia una deriva pericolosa e nociva per il Paese”. “La strada intrapresa dal Governo in materia energetica e in particolare per la localizzazione di impianti per la produzione di energia potenzialmente pericolosi, come le centrali nucleari, per le quali ribadiamo tutta la nostra contrarieta’- prosegue Cogliati Dezza- mette a rischio non solo l’ambiente ma anche la salute delle persone e la sicurezza dei territori”. E allora, “non e’ piu’ possibile andare avanti esautorando gli enti locali e procedendo con i commissariamenti su qualunque tema”. E allora, “ci auguriamo dunque che il ministro Prestigiacomo riesca ad ottenere nuovamente autorita’ su questi temi- conclude il presidente di Legambiente- e a ridare peso e ruolo a un ministero, quello dell’ambiente, che il governo Berlusconi ha, nel tempo, progressivamente alleggerito e svuotato delle competenze che gli spettano”.
Soddisfatta della solidarietà ricevuta, la Prestigiacomo in serata rincara la dose. “Ribadisco che l’art. 4 va modificato. Francamente anche io sono sorpresa dal fatto che il mio collega Calderoli non fosse a conoscenza della forte contrarieta’ espressa dal ministero dell’Ambiente su questa norma. Si informi con i suoi uffici”. “Certo- ammette Prestigiacomo- nel penultimo Consiglio dei ministri in cui e’ stato approvato il decreto ero assente, ma perche’ mi trovavo a Siviglia per far conquistare alle Dolomiti il sigillo dell’Unesco, e comunque non sono certo mancati emendamenti correttivi al testo durante la discussione in commissione”.
Accettare la Prestigiacomo come campione della difesa dell’ambiente è però un pò troppo per l’opposizione. “Ha ragione il ministro Prestigiacomo quando afferma che il provvedimento anti crisi è deleterio
per l’ambiente _osserva così il respondabile ambiente del Pd, Ermete Realacci _ perchè pensare di risolvere per via autoritaria la questione della localizzazione di impianti per la produzione di energia potenzialmente pericolosi, come ad esempio le centrali nucleari, è un illusione. Peccato che si accorga solo ora di una cosa che il Partito Democratico denuncia da mesi”.