L’Anci: gli enti locali devono poter dire la loro sulle infrastrutture energetiche.
“Siamo assolutamente d’accordo che si riducano i tempi e si velocizzino le procedure per la realizzazione di
infrastrutture energetiche. Quello che non possiamo accettare e’ l’esautorazione degli enti locali nella fase di individuazione degli interventi relativi alle produzione e trasmissione di energia”. A dirlo è Flavio Morini, sindaco di Scansano e presidente della commissione Ambiente dell’Anci commenta l’art. 4 del decreto anticrisi cosi’ come approvato ieri dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. L’Anci, sottolinea il presidente della commissione Ambiente dei comuni, “ritiene essenziale lo sviluppo di infrastrutture energetiche anche da fonti rinnovabili, come ha ribadito ieri anche il responsabile delle politiche ambientali dell’associazione, Filippo Bernocchi circa la mozione presentata in Senato sull’energia solare”. La cosa che e’ pero’ “inaccettabile- conclude Morini- e’ che gli enti locali vengano sistematicamente scavalcati nelle decisioni che riguardano i loro territori”.
La presa di posizioine dell’Anci viene dopo l’intervento deciso del ministro Prestigiacomo contro l’articolo 4 del Dl anticrisi _ voluto dal ministro Calderoli _ che rischia di esautorare il suo ministero e gli enti locali da scelte decisive per l’ambiente. Domani in Aula a Montecitorio arriverà la richiesta di fiducia da parte del governo su un maxiemendamento che dovrebbe ricalcare il testo delle commissioni Bilancio e Finanze con soltanto piccoli aggiustamenti tecnici. Toccherà poi a palazzo Madama rimettere mano al testo sistemando alcune questioni rimaste aperte. In questo caso l’Aula della Camera sarà chiamata a riunirsi nella prima settimana del mese prossimo. Infatti, il via libera al provvedimento in Senato è previsto entro domenica 2 agosto. E al momento tra le questioni sulle quali si pensa che il governo potrebbe intervenire c’è proprio l’articolo 4 fortemente contestato dal ministro per l’Ambiente.
In difesa della norma è scesa ieri l’associazione degli industriali. Pur riconoscendo “al Governo e in particolare al ministro dell’Ambiente, dopo due anni di impasse totale, il lavoro svolto in questo anno, che ha portato al rapido sblocco e completamento dei processi autorizzativi di infrastrutture energetiche strategiche per il Paese”, “Confindustria ritiene che lo sviluppo infrastrutturale del Paese costituisca un volano fondamentale per la ripresa economica in questa fase congiunturale. Nel settore dell’energia da troppi anni veti locali hanno impedito la costruzione di infrastrutture essenziali per ridurre il gap di competitivita’ del nostro Paese rispetto ai principali competitor internazionali”. Pieno sostegno quindi “alle procedure straordinarie previste dall’articolo 4 del decreto anticrisi” che vanno “viste in una logica di sinergia e complementarieta’ per attuare urgentemente, data la gravita’ della crisi economica, gli indirizzi di politica industriale del Governo”.
Ieri al ministro Prestigiacomo è venuta invece la solidarietà del leader dell’Udc, Casini (“le norme proposte la esproriano”) e del sottosegretario Giovanardi (“Il ministro Prestigiacomo ha ragione da vendere quando sottolinea come decisioni di grande importanza politica, vengono assunte senza discussione nella maggioranza e nel governo con la giustificazione della semplificazione legislativa”) (Pdl).
Sostegno nel merito anche dal Pd, che pure sottolinea come da mesi avesse sollecitato un atteggiamento diverso del governo nei confronti dell’ambiente. “Il ministro Prestigiacomo _ osserva il senatore Roberto Della Seta (Pd) _ ha ragione, non è questione di schieramento ma di buonsenso: è una follia estromettere il ministero dell’Ambiente dalle scelte sulla realizzazione degli impianti energetici. Mi auguro che il governo ci ripensi”. “L’articolo 4 del decreto anti-crisi _ osserva da parte sua la portavoce dei Verdi Grazia Francescato _ e’ il colpo di grazia al ministero dell’Ambiente che, di fatto viene svuotato di tutte le sue prerogative. e’ la dimostrazione di come si voglia sottrarre ad ogni controllo ed obiezione la follia nucleare, antiambientale ed antieconomica, in cui questo governo si sta irresponsabilmente imbarcando”.
Con la Prestigiacomo anche le associazioni ambientaliste. “Fa bene il ministro Prestigiacomo a puntare i piedi e a denunciare il grave attentato alle competenze del ministero dell’Ambiente a seguito dell’emendamento introdotto nel provvedimento anticrisi, che renderebbe inattuabili le valutazioni ambientali, obbligatorie anche ai sensi delle normative comunitarie, in tema di produzione energetica e di rete elettrica.” E’ questo il commento di Wwf, Italia Nostra, Fai e Lipu al dibattito scatenatosi in questi giorni sul proposto art. 4 del dl anticrisi. “Non si tratta di difendere il ruolo del ministro, quanto di sottolineare come, se passasse questo emendamento, verrebbe svuotato il senso stesso del ministero dell’Ambiente- avvertono le sigle ambientaliste- che e’ certamente di indirizzo rispetto ai temi della conservazione e dello sviluppo sostenibile, ma altrettanto certamente di verifica e di controllo per quanto riguarda gli impatti ambientali e le incidenze delle attivita’ produttive sui sistemi naturali e piu’ in generale sull’ambiente”. Certo, “non occorre essere dei tecnici- sottolineano Wwf, Italia Nostra, Fai e Lipu– per capire, al di la’ di ogni opinione che si possa avere sul tema, quanto in questo campo sia di estrema delicatezza tutta la tematica nucleare che comporta, in caso di incidente, potenziali problemi di inquinamento che potrebbero durare numerosi decenni se non secoli”. “Il tentativo in corso, un vero e proprio blitz che non vede peraltro alcuna motivazione giuridica sostenibile- denunciano Wwf, Italia Nostra, Fai e Lipu- rientra in una presunta cultura dello sviluppo e della crescita economica che si vorrebbe quasi decontestualizzata dalla situazione ambientale in cui le attivita’ ricadono”.