Ban Ki Moon: i negoziati sul clima procedono a una lentezza glaciale
Dura accusa del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon che ha denunciato una “lentezza glaciale” nei negoziati per un nuovo trattato internazionale sul dopo-Kyoto. “Il cambiamento climatico _ ha detto aprendo il vertice dul clima al palazzo di vetro _ è la questione geopolitica ed economica dominante del XXI secolo, e sconvolge l’equazione mondiale dello sviluppo, della pace e della prosperità” ha proseguito Ban, che oggi ha riunito oltre 100 leader mondiali per discutere del dossier ambientale alla vigilia della sessione ministeriale della 64esima Assemblea Generale dell’Onu.
Il segretario generale ha lanciato un appello ai capi di Stato e di governo per “accelerare il ritmo dei negoziati e rafforzare l’ambizione dell’offerta” con l’obiettivo di ottenere un accordo in tempo per la conferenza di Copenaghen di dicembre.
Al summit è intervenuto anche il presidente americano Barack Obama, che ha definito la minaccia ”grave, urgente e crescente: se non agiremo rischiamo di consegnare alle future generazioni una catastrofe irreversibile”. Un nuovo accordo sul clima, ha detto Obama, è «fattibile ma non sarà facile» e ha
invitato Paesi emergenti come la Cina e l’India ”a fare la loro parte” per affrontare il riscaldamento del pianeta adottando ”misure vigorose”.
A lui ha indirettamente risposto il presidente cinese Hu Jingtao che he il suo governo sta portando avanti enormi sforzi per ridurre le emissioni di anidride carbonica per ogni unità di prodotto nazionale lordo “di un margine notevole” entro il 2020, rispetto al 2005. Inoltre Hu Jintao si e’ impegnato a ”sviluppare vigorosamente” le energie rinnovabili e l’energia nucleare, con un aumento del 15 per cento (sempre entro il 2020) della quota di energia non fossile nel totale del consumo energico della Cina.
Il primo ministro del Giappone Yukio Hatoyama, nel suo intervento, ha
invitato la comunita’ internazionale a varare ”un Green New Deal, come quello iniziato dal presidente Obama”.
Hatoyama ha ricordato le misure che saranno adottate dal Giappone e che erano gia’ presenti nel ‘manifesto elettorale’ del suo partito: ”la riduzione del 25% delle emissioni di gas serra entro il 2020”.