Dietro l'”hackergate” forse ci sono i servizi russi
Forse non è una operazione spregidicata di negazionisti irriducuibili ma una storie di spie. Un’inchiesta del domenicale “Mail on Sunday” ha rivelato che le email della University of East Anglia al centro del cosiddetto Climategate sono state fatte trapelare da un piccolo server nella città siberiana di Tomsk. E questo ha fatto suscitare il sospetto che i servizi segreti russi _ in particolare l’Fsb _ si trovino dietro allo scandalo.
La rivelazione che gli scienziati del Climatic Research Unit dell’universit… inglese avrebbero manipolato alcuni dati sui cambiamenti climatici in vista della conferenza di Copenhagen per enfatizzare la minaccia dell’effetto serra, ha dato man forte alla fazione degli scettici, secondo i quali il surriscaldamento del clima non sarebbe colpa dell’uomo.
La Russia, uno dei maggiori produttori di gas e petrolio, ha numerosi interessi a contrastare un nuovo accordo il taglio delle
emissioni ed ha gia’ minacciato di abbandonare il tavolo dei negoziati di Copenhagen se al Cremlino non verranno fatte alcune
concessioni.
L’inchiesta del domenicale britannico rivela che gli hacker che sono entrati in possesso dei messaggi email li hanno distribuiti in rete attraverso il server di una società informatica, la Tomline, che offre tra l’altro anche un servizio di sicurezza informatica contro virus e hacker. Il link di internet al quale si accedeva ai documentiè stato rimosso non appena e informazioni sono state riprese da altri siti.
Il server viene utilizzato dalla Tomsk State University, uno dei centri accademici pi— importanti del Paese, e da altri istituti
scientifici. L’Fsb, i servizi segreti russi, si sarebbero in passato rivolti ad hacker basati nella citt… per chiudere siti critici del governo di Mosca. Nel 2002 per esempio, alcuni studenti e hacker di Tomsk avrebbero hanno chiuso un portale che diffondeva notizie critiche sulla Cecenia.
“Non ci sono prove certe che l’operazione di hacking sia stata fatta da Tomsk, ma potrebbe esserlo”, ha dichiarato un esperto
russo, che ha definito l’operazione “sofisticata e ben fatta e dotata di motivazioni politiche in relazione a Copenhagen”.
L’effetto del Climategate sull’opinione pubblica britannica e’ misurabile attraverso un nuovo rilevamento dal quale emerge quanti cittadini del Regno siano scettici nei confronti dell’effetto serra e delle sue cause. Dal sondaggio pubblicato oggi dal Sunday Telegraph emerge infatti che che il 39% dei britannici non crede che l’uomo sia responsabile dei cambiamenti climatici, mentre il 7% ritiene che i cambiamenti climatici non esistano affatto.