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Copenaghen: sul Guardian la ricostruzione della notte decisiva. E dei granitici “no” cinesi.

25 dicembre 2009 0 commenti

Straordinario articolo per comprendere quel che è DAVVERO successo a Copenaghen quello scritto da Mark Lynas per il quotidiano britannico Guardian. Lynas si era fatto accreditare con la delegazione delle Maldive ed era nella stanza nella quale si è svolta la trattativa decisiva assieme ad una sessantina di persone. Tra loro Obama, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, il premier britannico Brown, la cancelliera tedesca Merkel il premier etiope Zenawi che rappresentava l’Unione Africana, il premier australiano Rudd. E il viceministro degli esteri cinese che rappresentava Pechino. “Quello che ho visto _ racconta Lynas _ è stato profondamente scioccante. Il premier cinese Wen Jibao non si è mai fatto vedere al tavolo. Ogni volta che si toccava un punto decisivo il viceministro si alzava e gli telefonava: umiliante per i capi di stato presenti. Obama, per diverse ore, ha cercato di smuovere la delegazione cinese, che ha sempre risposto di no alla richiesta di mettere obiettivi di riduzione al 2020 e anche al 2050>.
“I cinesi _ prosegue Lynas _ hanno detto no anche alla decisione dei paesi sviluppati di introdurre nell’accordo un taglio dell’80% delle loro emissioni al 2050. “Ma perché Non possiamo neppure menzionare i nostri target” ha protestato la Merkel. Ma i cinesi hanno risposto no. Kevin Rudd era così furioso che ha sbattuto il microfono. Poi la Merkel ha alzato le mani e ha concesso ai cinesi che non sarebbe stato menzionato il target al 2050”.
Obama non ha insistito perché per lui era prioritario dimostrare ai senatori americani che era comunque in grado di portare i cinesi a firmare un accordo, per debole che fosse. Che i tagli alle emissioni americane, per quanto deboli, non avrebbero costituito un altro vantaggio competitivo per le aziende cinesi. E così ha accettato una intesa impalpabile (anche se questo, come correttamente avevano previsto i cinesi che hanno interesse ad avere un Obama sotto pressione, gli ha meritato da parte di ambientalisti e altre ong e di gran parte della stampa l’accusa di non aver saputo portare a casa un accordo decente).
Ma l’Europa? A parte il fatto che accettare di trattare senza la presenza del primo ministro cinese è stato un errore, perché al momento d decisivo l’Ue ha fatto buon viso a cattivi gioco? Perché si è rimangiata tutte le belle parole dette sino al giorno prima e ha ingoiato un pessimo testo? L’errore è strategicamente gravissimo. Una Caporetto.
Il non aver fatto saltare il tavolo addebitando le colpe a chi le aveva è un passo esiziale per Bruxelles, che si è rivelata debole, incapace di ambizioni e stretta tra le pur diverse logiche cinese/indiana e americana che l’hanno letteralmente stritolata. Meglio, molto era cercare di trovare una intesa con ci stava (cioè tutti esclusi Cina e India) che fingere un accordo che invece non c’è. Ma chi non ha coraggio, non se lo può dare.
E a proposito, capito perché quello che si è appena aperto sarà il “secolo cinese”?
Alessandro Farruggia

L’articolo del Guardian lo trovate QUI
“http://www.guardian.co.uk/environment/2009/dec/22/copenhagen-climate-change-mark-lynas”