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IPCC: una bufala le dimissioni del presidente Pachauri

2 settembre 2010 0 commenti
Rajendra Pachauri

Rajendra Pachauri

“Al momento il mio mandato è molto chiaro. Devo completare il quinto rapporto Ipcc e adesso ho una responsabilità aggiuntiva nel condurre la riforma nella direzione suggerita dall’Inter Academy Council.  E fino ad allora non posso andarmene”. Il presidente Ipcc Rajendra Pachauri risponde così ll’agenzia Pti a chi due giorni fa aveva parlato di sue dimissioni, rilanciate ieri anche da alcune agenzie di stampa. Pachauri non si dimette e i nemici del’Ipcc dovranno ancora una volta rimettere in fresco lo champagne.

Contro di lui e l’Ipcc, peraltro, era partito un attacco senza precedenti. Potremmo chiamarla una controrivoluzione. I tempi sono cambiati e anche l’Ipcc dovrà essere molto più cauto nelle sue affermazioni. E‘ questo il messaggio sostanziale del rapporto dell’Inter Academy Council _ il consiglio delle accademie delle scienze incaricato da Onu e dall’Ipcc stesso di effettuare una revisione sull’attività del panel intergovernativo sui cambiamenti climatici. Una critica dura, che salva la qualità media _ media ! _ del lavoro dell’Ipcc ma al tempo stesso non risparmia le critiche.

Ad alcuni governi e a molti interessi accademici ed economici non erano affatto piaciute le prese di posizione nette fatte dall’Ipcc sotto la guida di Bob Watson (che per questo fu silurato su precisa indicazione della delegazione americana durante la presidenza Bush) e anche sotto quella del più moderato Pachauri. Si vuole un Ipcc cautissimo, che faccia poche affermazioni in termini probabilistici e annacqui le conclusioni in un mare di condizionali evitando di intervenire suggerendo strategie di risposta. Un mero braccio tecnico dei governi, insomma, che non vada oltre una prudente descrizione della ricerca e dibattito scientifico sui cambiamenti climatici.

In altre parole, i governi si sono stancati di farsi “tirare per la giacchetta” dall’Ipcc, percepito come troppo ambientalista, e vogliono rimetterlo a quello che credono sia il suo posto. Senza che disturbi più il manovratore nella sua sostanziale e ipocrita inazione.

Ma vediamo in dettaglio il rapporto (che potete trovare QUI: http://www.interacademycouncil.net/CMS/Reports/13042.aspx )

“L’Ipcc _ si osserva _ ha guadagnato enorme rispetto per i suo lavoro e ha ottenuto anche il premio Nobel 2007, ma vista l’accresciuto dibattito sui cambiamenti climatici il suo lavoro è stato posto in discussione relativamente all’imparzialità delle sue affermazioni sulle politiche climatiche e sull’accuratezza e il bilanciamento dei suoi rapporti. Le Nazioni Unite e l’Ipcc stesso hanno così chiesto all’Iter Academy Council di effettuare una revisione dei processi e delle procedure. Il Consiglio ritiene che il processo condotto dall’Ipcc è stato tutto considerato coronato da successo. Ma il mondo è cambiato e anche l’Ipcc deve adattarsi a questo cambiamento per continuare a servire bene la società in futuro”.

E qui seguono una lunga serie di suggerimenti, con sette raccomandazioni chiave. “L’Ipcc _ osserva il Council nella sua prima raccomandazione _ deve costituire un comitato esecutivo che agisca in suo nome e conto tra le sessioni plenarie. Dovrà essere composto dal presidente dell’Ipcc, dai presidenti dei tre gruppi di lavoro dai membri anziani del segretariato e da te membri esterni alla comunità climatica. E dovrà essere eletto dall’assemblea dell’Ipcc”. “L’Ipcc _ si aggiunge nella seconda raccomandazione _ dovrà anche eleggere un direttore esecutivo, per guidare il segretariato nella gestione quotidiana”.

“ Il processo di  revisione _ si prosegue _ è oggi molto elaborato, con due revisioni formali e una informale, e visti i tempi stretti non sempre gli autori considerano con attenzione i commenti ricevuti. Alcuni errori saranno sempre presenti in ogni processo di revisione, ma con un rafforzamento delle procedure molti errori potranno essere evitati”. “Per questo l’Ipcc _ e questa è la terza raccomandazione _ dovrebbe incoraggiare i direttori della revisione ad esercitare la loro autorità sugli autori dei singoli capitoli per far sì che i commenti sono adeguatamente considerati e le controversie riflesse nel rapporto”.

“L’Ipcc _ si dice poi nella quarta raccomandazione _ dovrebbe adottare un più mirato ed effettivo processo di risposta ai commenti. I direttori della revisione dovrebbero presentare un elenco delle questioni più significative e gli autori dovrebbero fornire dettagliate risposte scritte”.

C’è quindi  la questione della comunicazione del livello di certezza/incertezza delle conclusioni. “Attualmente _ osserva _ si usano tre sistemi diversi: il Working group I usa il sistema della probabilità quantitativa, il WG II quello della confidenza quantitativa mentre il WG III usa quello del livello di comprensione qualitativa”. “Questo ultimo sistema è adeguato mostrare il numero, la natura e la qualità degli studi e il livello di accordo tra gli studi e _ questa è la quinta raccomandazione _ dovrebbe essere usato da tutti i gruppi di lavoro, sia nel sommario per i decisori politici che nel sommario tecnico, come peraltro suggerito dalle linee guida per il quarto rapporto. Questo sistema potrà essere affiancato da una scala quantitativa, se appropriata”.

E poi arrivano le mazzate sul WG II, il secondo gruppo di lavoro. “Il lavoro del Working group II è stato criticato per vari errori e per l’enfasi data agli aspetti negativi del cambiamento climatico. Questo deriva in parte dalla mancata adesione alle linee guida sulla comunicazione dell’incertezza, in parte ad errori nella sua guida. Gli autori hanno dato grande attendibilità a studi nel quali c’era poca confidenza. Inoltre,m facendo affermazione vaghe che erano difficili da confutare sono stati in grado di attribuire un alto livello di confidenza alle loro affermazioni. Il WG II contiene molte di queste affermazioni che non sono supportate sufficientemente dalla letteratura, non messe in prospettiva o non espresse chiaramente”. Ergo, arriva la sesta raccomandazione: “Probabilità quantitative dovrebbero essere espresse solo per definire la probabilità di eventi ben definiti solo quando c’è una chiara evidenza. Gli autori dovrebbero anche indicare su quali basi si definisce la probabilità di un evento”.

E visto che certe interviste troppo esplicite non erano piaciute, c’è poi il problema della comunicazione. “L’Ipcc _ si osserva nella settima e ultima raccomandazione _ dovrebbe approvare un strategia globale di comunicazione che enfatizzi trasparenza, rapidità e completezza dell’informazione e chiarisca chi può parlare a nome dell’Ipcc”.

“Se adottate nella loro interezza _ conclude il rapporto _ le misure indicate in questo rapporto riformeranno profondamente il processo di gestione dell’Ipcc, accrescendo la sua capacità di produrre documenti autorevoli. In ogni caso non importa quando buone saranno le procedure, la qualità del prodotto finale dipender dalla qualità dei leader a tutti i livelli. Ed è solo coinvolgendo accademici autorevoli e la piena partecipazione dei rappresentati governativi che si mantengono alti standard e  rapporti realmente autorevoli vengono prodotti”.

Ed è questo ultimo commento sulla leadership _ un attacco ad alzo zero a Pachauri _ che aveva convinto il presidente dell’Ipcc a valutare se rimettere il suo mandato ai governi nella prossima riunione Ipcc, che si terra ad ottobre in Corea del Sud. Ma la piena solidarietà del governo indiano (le decisioni vengo prese per consenso, e basta un solo no per bloccare una richiesta di dimissioni) l’hanno rafforzato nelle sue convinzioni. Non si dimetterà.

Alessandro Farruggia