Emissioni: il forzante radiativo è cresciuto del 27,5% rispetto al 1990
I dati sulle emissioni? Fanno cadere e le braccia. E’ stato pubblicato l’ultimo Bollettino GHG (dei gas serra) del WMO che riporta le elaborazioni finali delle concentrazioni medie globali dei gas serra in atmosfera nel 2009: hanno carattere di riferimento ufficiale e mostrano come il forzante radiativo (il contributo fornito dai gas serra al riscaldamento) sia cresciuto del 27,5% rispetto al 1990 e dell’1% rispetto al 2008.
I dati medi globali al 2009 delle concentrazioni atmosferiche dei principali gas serra sono di assoluta chiarezza:
anidride carbonica = 386.8 ppm (+38% rispetto all’epoca preindustriale)
metano = 1803 ppb (+158% rispetto all’epoca preindustriale)
protossido di azoto = 322.55 ppb (+19% rispetto all’epoca preindustriale)
L’anidride carbonica _ che pesa per il 65% nel “basket” dei gas serra e fino all’inizio della rivoluzione industriale è rimasta attorno al valore di 280 ppm _ è aumentata del 38% rispetto all’età preindustrale in questi ultimi 10 anni al tasso medio di 1,88 ppm per anno, il metano ad un tasso medio di 2.2 ppb per anno ed il protossido di azoto ad un tasso medio di 0,77 ppb per anno.
A parte la Co2 a preoccupare particolarmente è il metano che contribuisce der il 18,1% e che dopo essersi sostanzialmente stabilizzato dal 1999 al 2006, dal 2007 ha ripreso a crescere per una molteplicità di fattori: secondo il Wmo hanno ad esempio “molto probabilmente pesato le temperature eccezionalmente alte alle latitudini settentrionali nel 2007 e le forti preciptazioni nelle aree tropcali nel 2007 e nel 2008″.
Tutto questo, nonostante la crisi economica e le reduzioni delle emissioni (o del tasso di crescita) mese a segno in molti paesi, Unione Europea in primis. E’ evidente che se si vuol veramente bloccare il trend di riscaldamento occorre fare (molto) di più. E’ chiaro anche ai politici e ai loro esperti che verranno a Cancun? In larga parte sì, il problema è che non vogliono prendere misure impopolari e preferiscono scaricare il problema sulle future generazioni. Saggio, no?