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Cancun: l’accordo è appeso a un filo sottile

10 dicembre 2010 0 commenti

Il negoziatotre mericano Stern colto in un colloquio privato con il ministro indiano Ramesh su un terrazz dell'hotel Moon Palace

Il negoziatore americano Stern colto in un colloquio privato con il ministro indiano Ramesh su un terrazza dell'hotel Moon Palace

Appesi a un filo e Kyoto è ancora al centro delle negoziazioni: se non ci sarà il secondo periodi di impegno per le nazioni sviluppate, salterà tutto..

A Cancun siamo giunti all’ultimo (teorico) giorno della conferenza e niente consente di dire se i lavori potranno concludersi, come previsto, alle 18I  (le 1 del mattino in Italia). Dopo una giornata lunga e complessa nella quele la pressione internazionale s è concentrata sul Giappone (hanno cercato invano il premier di Tokyo sia Cameron che Sarkò che il presidente messicano Calderon) i negoziatori hanno lavorato fino a notte.  Da notare che ieri anche la Russia ha annunciato (sebbene non in plenaria)che non intende rinnovare i suoi impegni nel secondo commitment period di Kyoto. Alle 22.30 i una plenaria informale la presidenza messicana ha annunciato la decisione di utilizzare la procedura (normale nelle negoziazioni Onu) degli “amici del presidente” per cercare di stringere su alcun dei punti controversi.  Son state allestite cinque coppie di negoziazione su cinque temi chiave: REDD+ (Foreste. Nda), tecnology transfer, adattamento,finanza e futuro del Kyoto protocol. Sui primi quattro è stato allestito un testo semi-condiviso ma non così sul quinto sul quale lavorano Uk e Brasile.

Ieri mattina era circolata la voce  di un testo negoziale, messo a punto dall’Unione Europea e sostenuto dalla presidenza messicana della Conferenza, che sostanzialmente non prevedeva una conferma  del protocollo di Kyoto, in cambio di un accordo globale all’interno di un unico accordo. Sarebbe stato un clamoroso addio all’unico trattato legalmente vincolante sul clima, e la commissaria europea Hedegaard ha dovuto fare una dichiarazione per smentire:. Quello che era vero era che l’Ue, assieme agli Stati-isola del gruppo AOSIS e con il Costarica aveva presentato una nuova proposta nella quale si affermava che lo sbocco finale del  tracciato negoziale che prevede gli impegni di lungo periodo deve portare a un trattato dalla forma legalmente vincolante, su modello di quello di Kyoto. Non sarebbe stato male, ma l’ipotesi è stata bocciata sia dai paesi dell’alleanza bolivariana ALBA (Cuba, Bolivia, Venezuela e altri), che da Cina e India, che pure in questi giorni hanno aperto alla possibilità di inserire all’interno di un protocollo legalmente vincolante i loro impegni _ volontari e non negoziabili_ di riduzione delle emissioni.
Tutto resta così ancora in alto mare, con la plenaria che viene rinviata di ora in ora ed è fissata adesso per le 11 ora locale (le 18 ora italiana). A meno di ulterori rinvii…