Cancun, l’accordo (se ci sarà) slitta a domani. E sarà sottile come carta velina
dall’inviato
Alessandro Farruggia
CANCUN
Di rinvio in rinvio delle varie plenarie la conferenza sul clima di Cancun si avvia ad un classico delle negoziazioni Onu: “fermare gli orologi” e proseguire per molte ore ancora. Nel pomerggio di Cancun (la notte in Italia) la presidenza messicana renderà noto il nuovo testo negoziale, che servirà come base per le consultazioni notturne. Domani, si spera entro mezzogiormo ora locale, si potrebbe arrivare ad una intesa, che SE ci sarà conterrà passi in avanti su aspetti specifici, anche importanti ma lascerà irrisolte le questioni chiave: dare il via alla seconda fase del protocollo di Kyoto e coinvolgere nell’ambito di una intesa globale anche i grandi paesi in via di sviluppo cone Cina, india, Sudafrica e Brasile. E quindi rischia di essere un altra mano di green washing per i governi del mondo. Perchè un accordo va trovato ora, per avviare una intesa globale entro il 2012 e ottere il picco delle emissioni al più tardi entro il 2020.
La scommessa di contenere il riscaldamento entro i due gradi rispetto al’epoca preindustriale è infatti _ a meno di miracoli ai quali non crede più quasi nessuno _ già persa e oltre al problema della mitigazione (cioè della riduzione) delle emissioni si pone con sempre maggiore urgenza quello dell’adattamento. Perchè il cambiamento climatico previsto per un riscalamento di due gradi ci sarà e sarà pesante, e colpirà in primis (anche se non solo) le aree più povere del pianeta, già oggi soggette a siccità o a fenomenie estremi. Lo sconvolgimento del regime delle precipitazioni e l’aumento della temperatra farà sì che a produttività agricola, ad esempio in molte aree dell’Africa sarà soggetta a riduzioni nette, la biodiversità sarà pesantemente colpita, molte aree di coste basse saranno a rischio di esere sommerse, aumenteranno i rifugati ambientali.
A pagare di più di tutti saranno sempre i soliti: gli ultimi.
Ma non sembra interessare. Si rinvierà ancora e ancora e ancora.
Eppure a Cancun, all’insegna di un malinteso realismo, molti _ anche tra gli ambientalisti _ si preparano a festeggiare il solito bicchiere mezzo vuoto che a qualcuno pare farere un discreto effetto rispetto al bicchiere schiacciato di Copenaghen e alla prospettiva di non tenere aperto il negoziaton (un totem da queste parti: keep the proces alive!).
Ma dopo sedici conferenze delle Parti dopo e a 13 anni da Kyoto adesso serve solo una cosa: i fatti.
E quindi guardiamo la Luna, non il dito…