La svolta cinese un errore dell’interprete? Ma quando mai
Su alcuni media è stata pubblicata la notizia che la svolta cinese indiana, brasiliana e sudafricana _ disponibilità a tagli volontari in ambito Convenzione sul clima _ non è tale, ma si tratta di, come sostiene un titolo: “Un errore dell’interprete”. Se fosse, sarebbe davvero clamoroso, ma non è così.
Io ero presente alle due conferenze di Xie Zhengua (una da solo e una subito dopo una con gli altri paesi del gruppo Basic) e in entrambe il negoziatore ha ribadito gli stessi concetti, utilizzando tra l’altro due traduttori diversi (prima una donna poi un uomo), il che rende l’ipotesi dell’erore di traduzione ancora più improbabile.
E comunque una volta uscita la notizia su tutti i giornali del mondo non c’è stata alcuna smentita. Ed è vero che Liu Zhenmin, primo vice della delegazione cinese a Cancun, chiarendo “alcune cattive interpretazioni” risportare nell’agenzia Reuters (il cui lancio, che è invece correttissimo, potete trovare QUI) ha frenato. Ma Liu non ha parlato di errori di traduzione. E visto che le dichiarazioni sono satte fatte davanti a centinaia di giornalisti, non poteva essere diversamente. E comunque, se anche la Cina decidesse _ ammesso e per nulla concesso _ di fare marcia indietro sui tagli volontari in un accordo entro la convenzione Unfccc, uesto non cancellerebbe quanto detto finora. Che non è stato un errore dell’interprete.