Wwf, Fai e Legambiente: cementificazione e abusivismo causa dei disastri
Prima i danni causati dal nubifragio a Roma, poi quelli in Campania. E gli ambientalisti dicono basta. “La mancanza di soldi per la difesa del suolo e gli annunci reiterati di condoni o sanatorie in Campania non sono più tollerabili”, dicono in una nota il Fondo ambiente italiano e il WWF Italia commentando quanto avvenuto per il maltempo in Campania. “E’ intollerabile – scrivono – che il territorio del Sud continui ed essere tra l’incudine e il martello di un’ormai conosciuto e dilagante dissesto territoriale, che di naturale ha molto poco vista la continua cementificazione del territorio causata da interventi nelle aree a rischio di esondazione o addirittura nei letti delle fiumare e dall’abusivismo edilizio. La ragazza di vent’anni morta alle pendici del Vesuvio, come la giovane barista scomparsa un anno fa sulla costiera amalfitana sempre travolte da una marea di fango, chiedono un’assunzione di responsabilità collettiva”.
Per Fai e WWF “quello dell’abusivismo edilizio, che cancella l’equilibrio naturale dei territori, rendendoli più fragili, è particolarmente grave in Campania, che ha il primato dell’illegalità in Italia in questo settore: si calcola che negli ultimi 10 anni siano sorte 60mila case abusive in questa regione, una vera e propria nuova città. Ogni anno si ha difficoltà a reperire i fondi per prevenire e
contrastare il rischio idrogeologico, invece un condono od una sanatoria edilizi non si negano a nessuno: il Wwf e il Fai ricordano che tra il 2010 e il 2011, prima con un decreto ad hoc due anni
fa e poi con una proroga infilata nel decreto milleproroghe a maggio di quest’anno il Governo ha tentato di bloccare le demolizioni delle case abusive in Campania, mentre sono ben 4 i tentativi
dei senatori campani di rilancio strisciante del condono in Campania. Per non parlare poi del tentativo di rilancio del condono su scala nazionale in vista delle prossime manovre economiche,
voluto da autorevoli esponenti del Governo e della maggioranza parlamentare. Questo scempio annunciato della legalità, che mette a rischio la popolazione deve finire”.
“Si deve anche ricordare – concludono – che in questi ultimi anni in Italia si è completamente abbandonata qualsiasi azione strutturata per la difesa del suolo: le autorità di bacino, istituite con la preveggente legge 183/89, sono state delegittimate, i Piani di assetto idrogeologico che obbligavano i comuni a considerare il rischio nei loro territori sono stati accantonati e le direttive
europee sulle acque (2000/60/Ce) o sul rischio alluvionale (2007/60/Ce) sono ‘lettere inevase’ di uno Stato sempre più lontano dall`Europa”.
E anche Legambiente è dura: Ancora una volta la Campania piange una vittima innocente del maltempo. Basta con la Campania della paura e della perenne emergenza”. Cosi’ Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania. ”Sembra che le tragedie del passato non sono servite a nulla perche’ ancora una volta ci troviamo a curare il malato anziche’ prevenire la malattia. Paghiamo anni di negligenza, malgoverno ed inefficienza con corsi d’acqua e valloni di scolo colmi di rifiuti , una cementifcazione selvaggia ed una manutenzione ordinaria quotidiana del territorio ridotta al lumicino. Da anni assistiamo ad interventi errati di messa in sicurezza che hanno aumentato il rischio invece di mitigarlo, in Campania manca una politica della manutenzione del territorio. Si interviene con la politica del rattoppo dopo ogni tragedia per poi dimenticare subito dopo – aggiunge Buonomo – di fare lavori di manutenzione, di bonifica e protezione”.
”La lotta al dissesto idrogeologico, agli incendi, all’ abusivismo edilizio e’ una questione di governo del territorio, quotidiana e prioritaria, qualcosa del tutto diverso dagli interventi e da una politica dell’emergenza.Sono necessari sistemi efficienti di Protezione Civile, piani di allerta comunale, insomma prevenzione”, conclude Buonomo.