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Cochabamba: giustizia climatica, democrazia dell’acqua

15 aprile 2010 0 commenti
A 10 anni dalla "Guerra dell'Acqua" per la rinazionalizzazione della gestione dell'acqua vittoriosa sulle multinazionali, a Cochabamba, Bolivia, si svolge la 3a Feria internacional del Agua, organizzata da movimenti sociali e a cui partecipa il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua. Dal 15 al 18 aprile, con un denso programma di appuntamenti e riunioni, si discute della differenza della "Gestione comunitaria e di quella pubblica dell'acqua"; di "Acqua, Cambiamenti Climatici e Inquinamento"; di "Costituzioni e quadri normativi di fronte alle forme di privatizzazione dell’acqua" e così via. Oltre a "rendere omaggio alle donne, gli uomini, i giovani, i bambini, le bambine e gli anziani che nel mese di aprile del 2000 hanno recuperato l’Acqua come un bene comune, come un diritto, come un patrimonio di tutte e tutti gli abitanti del Pianeta Terra", nella presentazione dell'evento si parla di "rafforzarci a livello, locale, regionale, nazionale e internazionale come movimenti per l’Acqua, per conformare un corpo sociale di fronte ai governi che perseguono le politiche di saccheggio e consegna dei nostri beni comuni alle multinazionali." Il fatto curioso è che tra gli sponsor dell'evento c'è la Cooperazione allo Sviluppo Italiana, ovvero il Ministero degli Esteri dello stesso governo che promuove a spada tratta la privatizzazione della gestione idrica.  I giorni successivi, dal 19 al 21, si svolge il primo grande evento post-Copenaghen sulla questione del cambiamento climatico, la conferenza Mondiale dei Popoli per la Giustizia Climatica ed i Diritti della Madre Terra. L’incontro, convocato dal Governo di Evo Morales, vedrà la partecipazione di movimenti, scienziati, accademici, giuristi e governi impegnati a difendere i beni comuni ed a promuovere la giustizia sociale ed ambientale. "Siamo convinti," si legge nell'appello di convocazione," che sia importante sostenere questa conferenza mondiale non solo per lo spirito e gli obiettivi che la animano ma per la necessità di trovare tutti insieme delle soluzioni giuste e urgenti ai cambiamenti climatici ed alla crisi ecologica. Solo a partire dal riconoscimento dei diritti della natura e della Madre Terra potremo essere in grado di mettere un freno alla crisi ed invertire la rotta ristabilendo le giuste priorità ed una nuova intesa tra i popoli, basata sulla giustizia climatica e sociale. È questa la sfida più grande che ci attende ed è per questo che ci riguarda tutti e tutte". Tra i primi firmatari italiani, figurano: Paolo Cacciari, don Angelo Cassano, Franco Cassano, Giulietto Chiesa, Giuseppe De Marzo, don Luigi Di Piazza, Luigi Ferrajoli, don Andrea Gallo,  Haidi Giuliani,  Margherita Hack, Gianni Minà, Emilio Molinari, Tonino Perna, Riccardo Petrella, Carla Ravaioli, Gianni Rinaldini, Rossana Rossanda,  Raffaele K. Salinari, don Alessandro Santoro, Alex Zanotelli.