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Cochamamba: Accordo dei popoli – “cambiare il sistema, non il clima”

26 aprile 2010 0 commenti
L'incontro internazionale convocato da Evo Morales, presidente della Bolivia (e del quale abbiamo già parlato in un post precedente), si è chiuso il 22 aprile scorso, in occasione della Giornata Mondiale della Terra.  Riportiamo il comunicato di Asud, una delle realtà italiane che hanno seguito da vicino l'incontro: "La prima Conferenza Mondiale dei Popoli su Cambiamento Climatico e Diritti della Madre Terra ha visto la partecipazione di oltre 30.000 persone arrivate da tutto il mondo. Una partecipazione che va ben oltre le aspettative, e che conferma la necessità condivisa di creare sul tema del clima - dal quale dipendono le sorti del pianeta e della future generazioni - una convergenze mondiale il più ampia possibile. Dopo 3 giorni di gruppi di lavoro, conferenze e eventi autogestiti giovedì sono state presentate le conclusioni della Conferenza durante il tavolo di dialogo governi-movimenti sociali e, successivamente durante l'atto di chiusura tenutosi nello stadio di Cochabamba alla presenza fra gli altri di Morales, Chavez,  dei vice presidenti di Cuba e Nicaragua e del Ministro degli esteri ecuadoriano. La dichiarazione finale, chiamata "Accordo dei Popoli" contiene le proposte condivise emerse durante i giorni di lavoro del vertice, tra esse la richiesta di riconoscimento del debito climatico e delle responsabilità del modello capitalista nell'attuale crisi ambientale; la presentazione alle Nazioni Unite della Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra; la creazione di un Tribunale Internazionale per la Giustizia Climatica ed Ambientale come istanza giuridica vincolante; il lancio di un Referendum Mondiale sul Cambiamento Climatico.
Le proposte contenute nell'Accordo di Cochabamba saranno fatte proprie e promosse nelle sedi istituzionali, come durante la 16° COP - Conferenza delle Parti sul Clima, prevista a Cancun a dicembre, dai governi dell'Alba. E proprio a Cancun si sono date appuntamento tutte le realtà presenti qui a Cochabamba, coscienti che l'appuntamento messicano costituirà un momento cruciale nel cammino dei popoli verso la giustizia climatica.
"Pachamama o muerte" è stata la parola d'ordine di questa conferenza: segno che l'esigenza urgente di cambiare modello per garantire la sopravvivenza del pianeta e delle future generazioni è un punto condiviso da tutti. Concludendo la conferenza, Morales ha affermato: "Siamo di fronte ad una battaglia campale: dobbiamo persuadere i governi indistrializzati a farsi carico della problematica del clima. Oppure, in ultima istanza, se non saremo ascoltati, dovremo organizzarci e rafforzarci socialmente in tutto il mondo per ottenere che le decisioni dei governi e dei popoli del mondo siano ascoltate e rispettate.”
(Marica Di Pierri - Redazione A Sud -www.asud.net)