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Il Microcredito cresce in Italia e nel mondo. In che direzione?

9 ottobre 2010 0 commenti
Da qualche giorno il tema del microcredito è sotto (alcuni) riflettori. Il dibattito continua, tra le opportunità e le insidie imposte dalle nuove regole entrate in vigore lo scorso 19 settembre in Italia. Riprendiamo da Repubblica l'articolo uscito l'8 ottobre 2010. Ma prima ancora, una chicca segnalata dall'ottimo sito www.microcredito.eu da poco lanciato, ricco di informazioni e riferimenti: l’episodio de “I Simpson” dal titolo “Loan-a-Lisa” andato in onda il 3 ottobre su Fox Usa. Per la versione italiana dovremo attendere un po', ma intanto riportiamo un'anticipazione: "Lisa riceve dal nonno una parte dei suoi risparmi. Il desiderio della bambina è subito quello di aiutare economicamente il compagno di scuola Nelson, e anche questa volta Lisa dimostra la sua grande sensibilità e intelligenza. Per venire in aiuto del ragazzino sceglie il microcredito, moderno strumento della finanza per lo sviluppo e l’indipendenza economica delle popolazioni povere. Ma i risultati non sono quelli sperati. A questo punto, la figlia ‘intellettuale’ di Homer decide di chiedere consiglio alla guest star dell’episodio, Muhammad Yunus, “il banchiere dei poveri”, vincitore del Premio Nobel per la pace nel 2006, fondatore della Grameen Bank e della Grameen Foundation, oltre che pioniere della microfinanza per lo sviluppo. Anche lui aveva iniziato come Lisa, facendo un prestito di 27 dollari a un gruppo di donne del Bangladesh, quando, nel 1976, il paese era stato colpito da una violenta inondazione. Il Professore con i suoi preziosi insegnamenti rimedierà agli errori della piccola Simpson". "Ma la crescita del microcredito non sta avvenendo senza polemiche", si legge sull'articolo di Repubblica. "Agli intermediari finanziari del terzo settore si sono infatti affiancate le banche tradizionali, guardate spesso con sospetto, forse ricordando una celebre affermazione di Yunus: “Abbiamo visto cosa facevano le banche e abbiamo fatto il contrario”. Secondo i dati diffusi a giugno da Ritmi (Rete Italiana Microfinanza) e Fondazione Giordano Dell’Amore, se nel 2007 c’erano stati solo 392 crediti erogati da 27 istituzioni, i quasi 2000 erogati nel 2009 provengono da 32 istituzioni. Inoltre, si tratta di cifre molto più elevate: infatti si passa dai 3.634 euro erogati in media nel 2007 agli 11.000 euro del 2009: dunque si passa da forme che erano soprattutto assistenziali al microcredito vero e proprio, che ha l’obiettivo di favorire la costituzione di una piccola impresa in prevalenza artigianale. In prima fila nella concessione di microcrediti c’è Banca Etica, un istituto di credito che sicuramente occupa una posizione a sé nel panorama italiano della finanza, tanto da aver rifiutato, per esempio, di partecipare a qualunque titolo alle operazioni di rientro dei capitali collegati allo scudo fiscale. “Dagli ultimi dati di Ritmi – conferma il presidente Ugo Biggeri – emerge che Banca Etica è la banca italiana che fa più progetti di microcredito, un dato che ci ha quasi meravigliato visto che ci sono molti altri soggetti in campo, magari più visibili di noi”. Banca Etica nel 2009 ha erogato nel 2009 143 microcrediti socio-assistenziali (a soggetti in difficoltà economica) per un importo complessivo di 619.000 euro, e 24 crediti imprenditoriali (il microcredito vero e proprio, per la costituzione di un’impresa) per un importo complessivo di 306.000 euro. Non che la presenza di un numero sempre maggiore di operatori, non necessariamente provenienti dal terzo settore, debba essere vista come un aspetto negativo, precisa Biggeri: “E’ positivo che crescano i numeri e gli operatori, e che quindi la tematica delle persone non bancabili cominci ad essere considerata anche dagli intermediari mainstream. Però bisogna considerare due aspetti: il primo è che i progetti di microcredito rischiano il fallimento se non si considera il principio delle “garanzie relazionali”. Il microcredito non viene concesso in assenza totale di garanzia, ma in presenza di garanzie di tipo per l’appunto “relazionali”. Andrebbe a questo proposito rivista la normativa che vieta di dare credito a persone protestate o segnalate, ben difficile da aggirare. Per evitare il fallimento dei progetti, inoltre, sono fondamentali i percorsi di accompagnamento”. Una necessità riconosciuta anche dalla nuova legge sul microcredito, che prevede l’opportunità di “servizi ausiliari di assistenza”.