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Armi: giù le mani dalla legge 185/90!

24 novembre 2010 0 commenti
Un prezioso strumento, frutto del lavoro di molti gruppi della società civile negli anni '80 e di un'attività di campagna efficace, rischia di essere cancellato in un sol colpo.  Si tratta della legge 185 del 1990 ("Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento"), che tra le altre cose obbliga gli istituti bancari a dichiarare le transazioni che riguardano l'export italiano di armi e istituisce la relazione annuale al parlamento - alla base delle campagne ControlArms, Banche Armate e dello studio pilota su Finanza e Armi di Ires Toscana, presentato a Terra Futura 2010. Dopo la denuncia della Rete Italiana Disarmo e della Tavola della pace e l'iniziativa di alcuni senatori (Silvana Amati, Roberto Di Giovan Paolo, Gian Piero Scanu), ieri pomeriggio (23 novembre, 2010) la Commissione Politiche dell'Unione Europea del Senato ha deciso di rinviare il voto sulla legge che delegherebbe il Governo a modificare la legge 185/90 sul commercio delle armi. "E' un primo risultato importante della nostra mobilitazione, hanno dichiarato Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace e Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana Disarmo. Questo rinvio ci dà nuovo tempo per accrescere la pressione sui senatori, per bocciare la legge delega e per spiegare a tutti, cittadini e parlamentari, l'assurda pretesa del Governo. Ci sono già troppe armi in giro per il mondo. Se dobbiamo modificare la legge, dobbiamo aumentare i controlli e la trasparenza e non ridurli. E questo lo può fare solo il Parlamento". Chi fosse interessato ad approfondire può leggere l'appello: Fermiamo i mercanti di armi: giù le mani dalla legge 185.  Su Unimondo, un articolo dettagliato e aggiornamenti.