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Genova 2011: Voi la crisi noi la speranza

20 luglio 2011 0 commenti

Dieci anni fa,sull'onda delle suggestioni che provenivano dalle proteste al G8 di Seattle e dal Primo forum Mondiale di Porto Alegre costruimmo nel nostro paese quelle straordinarie giornate genovesi del Luglio 2001, la manifestazione di un movimento che metteva in discussione i potenti del G8 e le contraddizioni della globalizzazione sbagliata che essi rappresentavano e di cui oggi vediamo gli effetti nefasti dentro la crisi.   

Non è il ricordo che ci riporta a Genova, anche se sono ancora vive nella nostra memoria le immagini di Carlo ucciso e oltraggiato, di Bolzaneto, della Diaz e della miriade di donne e di uomini offesi e umiliati dalla sospensione di democrazia che avvenne in quelle giornate, ma è la volontà di leggere il nostro futuro in un pezzo della storia di questo paese.   

Come dieci anni fa arriviamo a Genova dopo le grandi lotte che a partire da ottobre hanno attraversato le fabbriche e l'università, dopo le manifestazioni che hanno visto le donne in piazza, numerose come non accadeva da tempo, dopo le brecce aperte nel berlusconismo da Milano a Napoli e soprattutto dopo lo straordinario risultato referendario; tutte cose che ci offrono una chiara indicazione della nascita di un nuovo movimento e di una nuova fase storica di cambiamento da contrapporre alla conservazione dello status quo della crisi permanente.   

Qualcuno ha scritto che tutto ciò è la ”PRIMAVERA ITALIANA” che passa per la Val di Susa, dall’impegno per la difesa dei beni comuni, dalla stesura collettiva di un bilancio energetico nazionale, incentrato su efficienza e risparmio e sulle fonti rinnovabili, capace allo stesso tempo di ridurre i consumi e di creare occupazione sostenibile, dalle questioni di genere poste dalle iniziative delle donne che sono fondamentali per pensare ad una alternativa al sistema delle diseguaglianze e della precarietà e infine, ma non ultima, dall’impegno per la democrazia in fabbrica e sui luoghi di lavoro.   

Per discutere di tutto ciò saremo a Genova dieci anni dopo e non vediamo altro modo di starci, A GENOVA, se non quello di usare la memoria come cosa viva, innervata nelle lotte di oggi per il cambiamento. Non vediamo altro modo di difendere Genova da chi la vorrebbe inutile e pacificata.     

Vi saremo TUTTI con lo spirito di Genova e con l'intento di dare un contributo e di non assistere, per creare una alternativa alla barbarie della crisi e della logica del profitto. 

GENOVA E' VIVA.

[di Bruno Paladini e Simone Siliani, FCRE]