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Se elettrone è mio e lo gestisco io

7 luglio 2009 0 commenti
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Auto ed eolico: matrimonio possibile?

Ricordate il vecchio slogan anni sessanta di un’azienda petrolifera che recitava: “Metti il Tigre nel motore”? Bene in Danimarca hanno deciso di mettere una pala eolica nel motore, per prendere due piccioni con una fava: sviluppare la mobilità elettrica e rimediare all’intermittenza nella produzione elettrica dell’energia eolica.

Sull’isola di Bornholm, dove partirà il progetto per questa originale integrazione, pensano di risolvere così il problema legato dall’eccessiva presenza di vento. L’isola, infatti, potrebbe in teoria soddisfare con l’eolico il 40% dei propri fabbisogni, ma riesce a utilizzare l’energia eolica solo per la metà della capacità produttiva perché nei mementi più ventosi l’energia prodotta è eccessiva rispetto alla capacità della rete elettrica e una parte delle turbine devono essere fermate, sprecando così una buona parte del potenziale produttivo. Per ovviare a questo fatto che impedisce di sfruttare al 100% l’energia verde prodotta dai sistemi eolici, sull’isola stanno progettando l’utilizzo della automobili elettriche come sistema d’accumulo diffuso dell’elettricità prodotta in eccesso, energia che sarà poi utilizzata dai veicoli stessi, oppure ceduta nuovamente alla rete nei momenti di calo produttivo.

Il sistema ha parecchie analogie con l’informatica di oggi anche se gli elettroni di Bornholm non trasmettono informazioni, almeno direttamente. Per gestire un sistema simile, che possiede una complessità non indifferente visto che è necessario gestire fonti intermittenti e centinaia se non migliaia di accumulatori, sarà necessaria una Smart Grid, ossia una rete intelligente, simile a Internet. Mentre il concetto di accumulo energetico è derivato da quello informatico del buffer di memoria, nel quale i dati sono “messi da parte” temporaneamente quando la connessione con la Cpu è instabile o problematica, per essere utilizzati come un flusso ordinato una volta che se ne è raggiunta la quantità necessaria. Non è un caso, infatti, tra i partner del progetto ci siano colossi dell’informatica come Ibm e Siemens, che affiancano il Governo danese e l’utility Dong che gestisce i generatori eolici e la rete.

L’obiettivo è quello di sostituire tutti i veicoli alimentai a fonti fossili presenti sull’isola con quelli elettrici, la cui capacità di accumulo sarà aumentata rispetto a quelli standard, il tutto per incrementare del 50% la capacità produttiva dell’isola, senza che un solo elettrone vada disperso.

L’idea del resto non è avventata se si pensa che in media un’autovettura oggi è utilizzata una sola ora al giorno, mentre se fosse concepita come un dispositivo multifunzione potrebbe essere molto più utile, anche perché l’auspicata diffusione dei veicoli elettrici se dovesse divenire massiccia creerebbe problemi non indifferenti di “rifornimento” visto che la quota di generazione elettrica odierna dovrebbe far fronte anche a questa esigenza.

Certo quest’inedita dialettica tra produttori e gestori dell’accumulo che però sono anche consumatori, non sarà semplice da far digerire a chi, come le compagnie elettriche, hanno sempre avuto, e possiedono tutt’ora, una concezione del mercato energetico nella quale al consumatore sarebbe bene non fosse nemmeno concessa la scelta del fornitore. Uno scenario nel quale io scelgo da che fornitore ricaricare la mia auto, sempre che non lo faccia da un sistema di fonti rinnovabili installato sul tetto di casa, e poi decido quando e a che condizioni restituire l’elettricità incamerata e non utilizzata nella mia auto potrebbe modificare profondamente i mercati energetici così come li conosciamo oggi, ma potrebbe aprirne anche di inediti e inaspettati.