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Kyoto fai da te

9 settembre 2009 0 commenti

cpg_1000er_diarahmen_webCosa fare se il proprio Paese batte la fiacca sui cambiamenti climatici? – ogni riferimento all’Italia non è casuale – Semplice, oltre a mobilitarsi, si possono compensare le emissioni che proprio non si possono evitare, come quelle relative ai viaggi in auto o in aereo, in maniera individuale, pagando per le emissioni prodotte durante una determinata percorrenza. L’idea è venuta a un’azienda tedesca, ClimatePartner, che si occupa di sviluppare e assistere sia i privati sia le imprese nelle azioni volontarie di riduzione delle emissioni e ha messo in azione un meccanismo di compensazione volontario dei gas climalteranti, attraverso un negozio sul web, nel quale si può acquistare la compensazione della CO2 prodotta durante un viaggio. Il meccanismo è semplice. È sufficiente scegliere il proprio modello di autovettura, dare un colpo di mouse ed ecco che vengono proposte le possibilità di azzeramento delle emissioni per 10.000, 25.000 o 50.000 chilometri, abbattimento che viene realizzato con progetti di forestazione certificati da un organismo indipendente.

Ma quanta CO2 produce un’autovettura e quanto costa compensarne le emissioni? Facciamo un esempio. Per un’auto sportiva diesel da 1.900 centimetri cubi di cilindrata e 110 kW di potenza servono 38 euro per 10.000 km, pari a 1.570 kg di CO2; 78 euro per 25.000 km, pari a 3.925 kg di CO2; 145 euro per 50.000 km, pari a 7.850 kg di CO2. Non rimane, però, tutto confinato nella sfera del virtuale visto che una volta effettuato il pagamento ClimatePartner spedisce a casa un adesivo da applicare al parabrezza dell’auto “neutralizzata” a dimostrazione che quei chilometri sono a “impatto zero”. Non mancano, inoltre, le offerte per i concessionari automobilistici che vogliono offrire ai propri clienti autovetture “compensate” all’origine, magari per soddisfare solo in parte il desiderio di veicoli più ecologici, da parte della clientela, visto che naturalmente parliamo solo di CO2 poiché per ora non esiste il modo di compensare inquinanti pericolosi per la nostra salute come gli NOx e i micidiali PM10, per i quali bisognerà aspettare l’auto elettrica.

Ancora più interessante, e forse meno nota, la possibilità di eseguire anche la compensazione dei viaggi aerei caso che in questo caso è addirittura in anticipo rispetto al Protocollo di Kyoto visto che il settore aeronautico è, per ora, escluso dalla riduzione delle emissioni. In questo caso si inserisce il luogo di partenza quello di arrivo, la classe di viaggio e il tipo di aeromobile, se lo si conosce, e con il solito colpo di mouse ecco arrivare la quantità di CO2 emessa e l’importo da pagare per la compensazione. Il viaggio di un passeggero da Roma a Londra in classe economica a bordo di un Airbus A300 è responsabile per l’emissione di 507 kg di CO2 che si possono compensare spendendo poco meno di 20 euro.

Il sito di ClimatePartner è: www.climatepartner.com