L’efficienza che viene dal freddo
Adeguarsi al riscaldamento globale. Forse è stata questa l’ispirazione degli amministratori di Parigi, quando hanno deciso qualche tempo fa di dare il via a un’esperienza del tutto nuova nel campo d’efficienza energetica: il tele raffreddamento.
Già. Perché se da un lato le reti di teleriscaldamento sono una realtà diffusa, poco in Italia, quelle per il trasporto a distanza del freddo sono decisamente meno comuni.
Una delle prime esperienze in questo senso è quella che si sta realizzando in Francia a Parigi. Nella capitale francese, infatti, è in via di completamento una rete di distribuzione del freddo di oltre 57 chilometri che sfrutta come vettore di raffreddamento principale le acque della Senna, le quali d’inverno arrivano a 5° C, evitando così di immettere calore nell’atmosfera e la formazione di isole termiche.
La filosofia su cui si basa il sistema è quello di centralizzare la produzione del freddo e consegnarlo attraverso una rete ai clienti tramite delle piccole sottostazioni. In questa maniera si ottiene una rete che è facilmente incrementabile aggiungendo sottostazioni, oppure altre centrali di generazione. Da una serie di studi è emerso che la centralizzazione del freddo conviene poiché a parità di potenza frigorifera utilizzata questo sistema permette di risparmiare l’80% di prodotti chimici, il 65% di acqua e il 35% di elettricità, rispetto ai sistemi singoli.
In pratica nella Ville Lumiere si diminuiranno i consumi di due GWh l’anno, con un Tewi (ossia il potenziale di riscaldamento globale dei sistemi frigoriferi) inferiore del 40% e un’emissione di fluido refrigerante del 2% contro la media del 10% dei sistemi tradizionali. L’utilizzo di sistemi centralizzati per la produzione e la distribuzione del freddo in ambito urbano, inoltre, permette di superare ostacoli come i vincoli architettonici o quelli imposti dall’inquinamento acustico.
Le sottostazioni, infatti, sono costituite solo da scambiatori di calore e valvole cosa che le rende assolutamente silenziose. Altro vantaggio è quello della minore occupazione di volumetrie all’interno di palazzi storici. Il Museo del Louvre, infatti, potrebbe liberare ben 1.500 metri quadrati occupati dalla centrale frigorifera da 15 MW che utilizza quotidianamente, passando a soli 50 metri quadrati necessari per gli scambiatori di calore. 1.450 metri quadri in più per le opere che giacciono nascoste nei magazzini del museo.