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Franco Andaloro (Ispra): ” Il Mediterraneo mare troppo sfruttato”

8 maggio 2009 0 commenti


Il Mediterraneo, un mare “giovane” ma sottoposto a un forte stress dalla pressione della popolazione che abita le sue coste, oltre che da cambiamenti climatici e inquinamento.

Questa descrizione del Mare nostrum è stata proposta a Geo & Geo da Franco Andaloro, Capo dipartimento uso sostenibile delle risorse dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale), secondo cui:

Il Mediterraneo ha “solo” cinque milioni di anni, ma è antico in quanto culla dei popoli che vivono sulle sue coste, una popolazione che nel suo bacino è aumentata dai 50 milioni di cinquant’anni fa ai quasi 250 milioni di oggi.

Per quanto riguarda le politiche di sostenibilità, il nord del Mediterraneo sta facendo uno sforzo notevole, mentre nel sud, secondo Andaloro:

Gli enormi problemi impediscono di dedicarsi al degrado del mare, ad esempio a un inquinamento che porta modifiche nella biodiversità, ma anche a cambiamenti meno visibili, legati alla presenza di metalli pesanti e pesticidi, specie in alto mare.

C’è poi il riscaldamento globale, che porta con se tropicalizzazione e meridionalizzazione, con un’invasione di specie aliene, ormai 753 in tutto il mediterraneo, di cui 120 solo di pesci, che penetrano nel nostro mare attraverso il Mar Rosso o l’Atlantico, ma spesso arrivano anche con l’acquacoltura e l’acquariologia. Il dirigente dell’ISPRA ha ricordato che:

Il pesce nel Mediterraneo è in diminuzione, ma non solo a causa dell’attività del pescatore, il cui ruolo andrebbe invece rivalutato, visto che viene svolto da 8mila anni ed era una delle attività più importanti già nel neolitico. Allo stesso tempo, va combattuta la pesca illegale, sia quando è svolta dai pescatori di professione che da veri e propri bracconieri, nonché da flotte provenienti da altri mari. Fondamentale è l’attività di educazione, che formi già da bambini a una forma di rispetto per il mare.

Via | ISPRA
Foto | Flickr