Ieri, oggi, domani
Ieri. I politici milanesi si sono accorti che la loro città è inquinata dal traffico. Considerando che, a Milano, lo smog è sopra i livelli d’allarme da quando è stato inventato si può affermare, senza paura di smentita, che la sindaca e i suoi colleghi ci hanno messo un po’ – qualche decennio – a nasare la brutta aria che tira.
Oggi. Il ministro Altero Matteoli (uno che si occupa di infrastrutture e trasporti, mica di ricamo e uncinetto) ha scoperto che in Italia le auto sono troppe. “Se è vero che ci sono 32-33 milioni di vetture circolanti, certamente abbiamo esagerato. Anche se non voglio inimicarmi la Fiat – ha ironizzato Matteoli – devo dire che non c’è nessun Paese al mondo che ha un rapporto così alto tra abitanti e auto”.
E sia ministro, non si inimichi la Fiat, anche se è un pericolo remoto considerando tutte le rottamazioni che governi di destra e manca hanno regalato alle industrie (per ogni Euro0 che entra dallo sfasciacarrozze c’è un Euro7500 – intesi come 7.500 euro – che incassa la casa torinese). Però caro Matteoli lei sta proprio alle infrastrutture… e se ci sono tutte queste auto – dovrebbe essere il passaggio successivo del ragionamento – non è forse perché il governo (quello nazionale e quelli locali) hanno investito e investito e investito in asfalto e non in trasporto pubblico?
Domani. Il tema traffico e smog ci riserverà altre fantastiche sorprese? Chissà, un autorevole esperto di sanità potrebbe scoprire che ogni anno muoiono migliaia di persone in incidenti stradali. Oppure un autorevole economista potrebbe calcolare che quest’anno la Fiat (privata) torna all’utile, mentre per tutte le aziende di trasporto (pubblico) sarà l’ennesimo anno di deficit. O ancora…
Beh, mi fermo qui, abbiamo tempo per pensarci: in fila, incolonnati nel traffico!