Home » » aspoitalia »

Abitudini, inerzie e altre patologie / 6 : parrucchieri di se stessi

11 febbraio 2009 0 commenti


Dopo il guest post della saga Abitudini, inerzie e altre patologie / 2 : l'etica del rasoio (by Pippo Lillo), vi proponiamo un argomento di una certa attinenza.

Nella foto potete vedere il tagliacapelli che ho acquistato più di un anno fa (non dovrebbe leggersi la marca, dunque nessuna pubblicità occulta). Avevo deciso di procurarmelo un po' per sfizio, un po' per tentare una via di risparmio.

Dopo i primi 2-3 tagli, consacrati a prendere confidenza con l'apparecchio, devo dire che sono molto soddisfatto. In tre quarti d'ora al massimo realizzo il taglio (e regolo pure la barba, quando c'è) , dunque il tempo impegnato è inferiore al caso classico dal parrucchiere prenotazione-spostamento-attesa-taglio-spostamento.

A livello economico il ritorno è interessante: 70 € di spesa; tagliando i capelli ogni mese, risparmio 15 x 12 =180 € l'anno. Supponendo che la batteria ricaricabile vada bene una decina d'anni, risparmio 1.800 € , spendendone 70 + pochi di corrente elettrica. Naturalmente, nel caso di un nucleo familiare con n utenti la resa aumenta di un fattore "quasi" n (facendo più ricariche all'anno la vita potrebbe diminuire).

Rispetto al caso del rasoio a mano c'è una sostanziale differenza. Non ci sono "rifiuti" evidenti in gioco come le lamette, dunque le due optioni "parrucchiere" e "fai da te" sono grossomodo ecologicamente equivalenti. Appurato questo, siamo liberi di scegliere il risparmio e la qualità casereccia, oppure la spesa e la performance. Naturalmente, la mia capacità/qualità di autotaglio è anni luce dalla professionalità e dall'estro di un vero parrucchiere. Ma questa è un'altra storia.


PS Con i capelli corti, risulta del tutto superfluo l'utilizzo del phon nella stagione invernale; anche la quantità di shampoo da impiegare diminuisce significativamente.