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Il picco del fitness

7 maggio 2009 0 commenti



Come abbiamo scritto in altri post, il concetto del picco del petrolio non è una cosa come un'altra.

Un amico, circa un anno fa mi ha stupito con effetti speciali dicendomi la sua sulla questione peakoil. A sconvolgermi è stata la tranquillità con cui mi ha detto: "Sì, effettivamente il petrolio dovrà finire, ma non capisco tutta questa preoccupazione. Dopo il petrolio, semplicemente ci sarà qualcos'altro". A lasciarmi basito è stato, oltre al concetto in sè, il fatto che a parlare sia stato un padre di famiglia, con una laurea in ingegneria nucleare e una carriera nella ricerca negli USA.

Il picco del petrolio non passerà inosservato. Le varie mode nei vestiti, per esempio, sono delle "minirealtà" con un profilo a picco, che si estendono su un intervallo di circa un anno. Queste, in effetti, passano per lo più inosservate, tranne che per gli stilisti, le modelle e gli appassionati.

Da un punto di vista "vital", indossare un vestito pittosto che un altro è l'ultimo dei problemi.

Il picco del petrolio e del gas, invece, impatterà su tutto, generando una moltitudine di "picchi" in differita. Sugli approvigionamenti alimentari (fertilizzanti, trasporti), sul riscaldamento domestico, sui trasporti in genere, sulla sintesi dei chemicals e degli intermedi di base, sulla produzione energetica "tradizionale", sull'occupazione, sulla stabilità sociale, sulla sicurezza internazionale. Persino sulla frequenza delle vocazioni religiose.

In un'ipotetica austerity energetica generale, anche la produzione di infrastrutture per l'energia rinnovabile ne risentirebbe pesantemente; le minicommunities che si insediano nei boschi di periferia potrebbero divorare le risorse boschive in tempi molto brevi.

Per non entrare in un universo troppo ampio e per forza di cose dispersivo, focalizziamoci ad esempio su un aspetto apparentemente marginale: il tempo libero, e in particolare l'attività fisica.

Il fitness è un'attività relativamente recente, nata per compensare una vita e un lavoro troppo sedentari. Con sport e palestra si può compensare l'eccesso di calorie ingerite dall'uomo medio occidentale, ben superiore alle 2.500 cal/giorno medie per condurre una vita dignitosa ma sobria; ci si tiene in forma, si riduce il rischio cardiovascolare e si possono ridurre piccoli inestetismi adiposi.

Ma cosa succederà quando una frazione "sufficiente" di persone perderà il posto di lavoro? Se non ci si accontenterà di tirare avanti per inerzia con qualche sussidio (come mi auguro), ci si dedicherà all'agricoltura, o all'artigianato, o a poche altre cose utili, prime tra tutte la produzione da rinnovabili e la spigolatura dei rifiuti. Il dispendio di energie, il tempo impiegato e il diminuito reddito potrebbero generare un mix di condizioni, tale per cui l'ultimo dei pensieri sarà proprio quello di iscriversi a una palestra, in cui si paga per dissipare calorie, che sarebbero molto utili per il surviving ...