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Un territorio come diorama energetico

1 ottobre 2009 0 commenti
created by Armando Boccone

Quest'estate come ogni anno, con la mia compagna, ho trascorso 15 giorni di ferie al mio paese di nascita in Lucania.
Oltre ad andare al mare, distante una ventina di km, facciamo lunghe passeggiate nel paese, trattenendoci sui punti panoramici. Notiamo le novità, in positivo e in negativo, avvenute nel paese dal punto di vista della struttura urbana. Osserviamo delle ristrutturazioni ben fatte, altre mal fatte, come pure qualche casa lasciata andare al suo destino.
Porto sempre con me un binocolo dell’Armata Rossa, acquistato una decina di anni fa in una bancarella di cinesi e, dall’anno scorso, una fotocamera digitale.
Lungo le strade che portano al paese, in prossimità di incroci, noto dei lampioni con dei pannelli solari disposti alla loro sommità. Mi sono sempre chiesto della validità o meno, dal punto di vista energetico/economico, di questi dispositivi visto che le zone in cui sono disposti sono servite dalla rete elettrica.
Le novità più importanti vengono fuori però quando, dai punti panoramici del paese, scruto il territorio col binocolo. Allora scopro, grossi impianti fotovoltaici e, nel territorio regionale, parchi eolici che non esistevano l’estate scorsa.

Un Diorama energetico
Inizio a pensare a questo punto di fare un lavoro che metta in evidenza la presenza nel territorio del mio paese, della regione e nel Mezzogiorno di tutte quelle situazioni e quelle problematiche di cui si parla sul sito e sui blog di Aspoitalia: l’esaurimento dei combustibili fossili, lo sviluppo delle energie rinnovabili, le nuove scoperte di combustibili fossili e la possibilità che la loro consistenza possano rendere possibile il passaggio, il più indolore possibile, a una società basata sulle energie rinnovabili, ecc. Nel lavoro si mette in evidenza anche un problema che attraversa tutti i temi suddetti: quella delle difficoltà nell'acquisizione delle conoscenze necessarie per farsi una idea completa e precisa della realtà.

Impianti fotovoltaici e parchi eolici
Nei giorni successivi mi reco a visitare e fotografare il primo impianto fotovoltaico che avevo notato da un punto panoramico del paese.



Foto 1: un grosso impianto fotovoltaico ripreso da un punto panoramico del paese

Foto 2: si nota, in secondo piano, a distanza più ravvicinata, l’ impianto fotovoltaico della foto precedente; in primo piano, è ripreso il “Centro gas”


L’impianto fotovoltaico è enorme (da un calcolo approssimativo sembra che sia formato da 3-4 mila pannelli). Nella seconda foto, in primo piano, è ripreso il “Centro gas”, cioè una infrastruttura dove converge il gas proveniente da alcuni pozzi del territorio, scoperti negli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso. A un km di distanza in linea d’aria c’è anche il “Centro olio”, dove converge il petrolio proveniente da alcuni pozzi scoperti all'incirca nello stesso periodo. Sembra però che riguardo al gas e al petrolio (così dice un lavoratore del “Centro gas” che ho intervistato) si stia raschiando il fondo del barile.

Dai punti panoramici del paese continuo a scrutare l’orizzonte. Fino all’anno scorso si individuava, ad una ventina di km in linea d’aria, solamente un parco eolico con tre torri. Quest’estate invece ne individuo diversi. Ne individuo uno a una dozzina di km in linea d’aria. E’ formato da 16 torri eoliche. Un altro, nella valle del Sinni, ad una quindicina di km in linea d’aria, è formato da 12 torri eoliche. Uno, molto grande, è a circa una cinquantina di km in linea d’aria. Conto 31 torri eoliche. Da informazioni ricevute apprendo che quest’ultimo impianto è situato dalle parti di Viaggiano, nella Val d’Agri, un paese nel cui territorio, negli anni ottanta del secolo scorso fu scoperto un grosso giacimento di petrolio e gas (in seguito, non molto distante da Viaggiano, in località “Tempa Rossa”, fu scoperto un altro grosso giacimento).
I parchi eolici che riesco individuare col binocolo sono solamente una parte di quelli esistenti perché dai punti panoramici del paese non sono visibili molti crinali appenninici del nord-est della regione, dove sono installati molti parchi eolici.

Durante una passeggiata alla periferia del paese la mia compagna mi dice che, nella valle sottostante, due grossi appezzamenti di terreno può darsi siano coperti di pannelli fotovoltaici. Avevo notato in precedenza questi appezzamenti ma pensavo fossero coperti da serre. Vado subito a casa a prendere il binocolo e la fotocamera perché a occhio nudo non è possibile stabilire con certezza la natura di quegli impianti. La visione col binocolo non lascia dubbi: sono due grossi impianti fotovoltaici. Provo a fare alcune foto dal paese ma la distanza (circa 5 km in linea d’aria) non consente di fare foto apprezzabili. Dato che non ci sono alture vicino agli impianti non è nemmeno possibile fare una foto a distanza ravvicinata e di insieme dei due impianti. Da calcoli approssimativi e facendo il confronto con gli altri impianti stimo che i due impianti complessivamente possano contenere 6-7 mila pannelli.


Foto 3: al centro della foto si notano i due grossi impianti fotovoltaici nella valle del Basento

Chiedo ad amici e conoscenti a chi rivolgermi per avere informazioni su questi impianti fotovoltaici. Mi viene fatto il nome dell’Ing. E. P. del paese. L’ingegnere aveva uno studio di progettazione nel paese ma alcuni anni fa lo ha chiuso per aprirne uno a Matera e un altro a Roma. In seguito lo contatto telefonicamente e ricevo alcune scarne informazioni sul tema. Mi dice che gli impianti installati nel paese non sono stati progettati da loro ma da un’altra azienda. Mi dice che questi impianti sono stati installati da poco, che la loro potenza probabilmente non supera i 500 Kw a testa, che sono il frutto di vecchi progetti che inizialmente furono bloccati e poi, in seguito a ricorso, sbloccati e realizzati. Gli faccio notare che la potenza installata che ha indicato mi sembra poca considerando l’elevato numero di pannelli di cui sono composti quegli impianti. Mi risponde dicendo che per avere più informazioni sulle caratteristiche tecniche degli impianti è necessario rivolgersi all’ENEL e agli uffici comunali che, dal punto di vista burocratico, sono stati interessati. L’ing. conclude dicendo che la Regione Basilicata ha approvato da poco un nuovo piano energetico regionale che indica più chiare condizioni per la realizzazione degli impianti fotovoltaici (sembra che ci siano anche limiti inferiori di potenza installata [forse non meno di un Mw], che non devono insistere su terreni irrigui, che i pannelli installati non devono essere stati fabbricati da più di due anni, ecc.).



Foto 4: dettaglio dell’impianto di sinistra dei due impianti nella valle del Basento che sono visibili nella foto 3


Nuove scoperte di petrolio e gas
Ricordo che molti anni fa una coppia di miei amici cercava di fare capire al loro bambino (che non si poneva limiti nell’indicare ciò che Babbo Natale e la Befana gli avrebbero dovuto portare in regalo) che erano loro a portargli i regali e che avrebbe dovuto contenere le sue richieste. Il bambino inizialmente non voleva conoscere ragioni ma poi, come succede a tutti i bambini dopo una certa età, ha dovuto capire.
In paese vedo comportamenti e sento discorsi, da parte di bambini, giovani e vecchi, che sono adeguati a una società in cui pensano si produrrà sempre e sempre di più. Sento una persona adulta dire a un’altra che fra due versioni di uno stesso modello di autovettura (di cui dice la marca) c’è una differenza di dieci cavalli e che questa differenza si fa sentire. Vedo i consumi superflui fatti dai ragazzi e dai bambini. Non so quando ma di sicuro ci sarà “a crude awakening”, un brusco risveglio!!!
La stessa cosa avviene per i combustibili fossili: la gente non vuole capire che è finita l’epoca del petrolio abbondante e a buon mercato. I mass media molte volte cercano di assecondare questa esigenza e presentano con forte evidenza le notizie di scoperte di giacimenti giganti di petrolio e di gas. Questi ritrovamenti, che vengono comunque subito ridimensionati e di cui si sottacciono gli enormi costi di estrazione visto la loro ubicazione, non cambiano la situazione di fondo.
Comunque, tornando in argomento, per quanto riguarda la Lucania, dopo le scoperte di petrolio e gas negli anni cinquanta, si sono individuati consistenti giacimenti negli anni ottanta a Viaggiano e a Tempa Rossa.
Per questo motivo un giorno io e la mia compagna decidiamo di andare a Viggiano, a Tempa Rossa e a visitare il parco eolico là vicino.

Lungo la strada che porta al paese di Viaggiano faccio delle foto del “Centro olio”, una struttura dove convergono gli oleodotti provenienti dai pozzi.




Foto 5: il “Centro olio” di Viggiano

Arrivati in paese chiedo informazioni ad un signore: sono fortunato perché lavora in un impianto di trivellazione ed estrazione. Mi dice che nel giacimento di Viaggiano-Calvello (afferma che è questa la denominazione precisa) sono arrivati a 5.800 m di profondità, che ci sono 70 pozzi in attivo, che tramite oleodotti il petrolio viene trasportato al “Centro olio” di Viaggiano e che da qui, sempre tramite oleodotto, a una raffineria di Taranto. Una piccola parte di quel petrolio viene però ancora inviato tramite autobotti, nonostante l’oleodotto sia capace di trasportarlo tutto, ma ciò è fatto per dare un “contentino” agli autotrasportatori (un’altra persona che ho intervistato dice però che tutto il petrolio viene trasportato con l’oleodotto).
Continuo a chiedere informazioni alla prima persona intervistata. Chiedo se, durante l’estrazione del petrolio, il gas a esso frammisto venga tutto bruciato in fiaccola . Mi dice che una parte di quel gas viene distribuito, con le opportune tubazioni, alla popolazione di Viaggiano. In seguito si pensa di estendere la distribuzione ai paesi vicini. Dice però che, nonostante questo, buona parte del gas continuerà a essere bruciato in fiaccola e che non capisce il motivo di questa scelta.
L’intervista termina parlando del più recente giacimento scoperto, cioè quello di Tempa Rossa, distante alcune decine di km da Viaggiano. In questo giacimento si è perforato fino a 4-5 mila metri di profondità, ci sono già tre pozzi in attivo e se ne dovrebbero fare altri 15. Ultimamente l’attività su questo giacimento è stata sospesa per intervento della Magistratura ma adesso è ripresa.
A proposito di questi giacimenti di petrolio riporto però quanto è scritto nel nuovo Piano energetico della Basilicata approvato dalla Giunta regionale ad aprile 2009 (è consultabile sul sito della Regione Basilicata, Dipartimento Attività produttive, politiche dell’impresa, innovazione tecnologica).
“Il sottosuolo lucano è ricco di idrocarburi, il cui sfruttamento è iniziato con alterne vicende intorno agli anni cinquanta. I maggiori giacimenti sono presenti in Val d’Agri e a Tempa Rossa (in quest’ultima località lo sfruttamento del giacimento dovrebbe iniziare nel 2010).
In riferimento alla concessione in Val d’Agri, il piano di sfruttamento del giacimento previsto dal Ministero dello sviluppo economico prevedeva a regime, nel 2007, l’attivazione di 47 pozzi. Ad oggi risultano in produzione 22 pozzi dei 34 perforati 13 . In previsione di un incremento dell’attività estrattiva per saturare la capacità di trattamento giornaliera del Centro oli (che attualmente produce 104.000 barili al giorno) oltre all’allaccio dei pozzi già perforati, saranno realizzati e allacciati, entro il 2009, 5 ulteriori pozzi, di cui uno adibito alla reiniezione, per un totale di 39 pozzi.”
Dei 47 pozzi che erano previsti per il 207, vi sono 22 pozzi allacciati all’infrastruttura di trasporto ed in produzione (18 pozzi a Viaggiano, 4 a Grumento Nova). Un pozzo è allacciato per la reiniezione (Costa Molina 1 a Montemurro), un pozzo è allacciato ma non in produzione (Volturino 1 a Calvello), 9 sono perforati e non allacciati (5 a Calvello, 3 a Marsico Nuovo, 1 a Viaggiano), e un pozzo è in perforazione (Cerro falcone 4 a Calvello) per un totale di 34 pozzi.

Dal confronto fra quanto detto dalla persona intervistata e quanto scritto nel nuovo Piano energetico della Basilicata viene fuori il grosso problema delle difficoltà di trovare le informazioni necessarie per farsi un'idea precisa della situazione. In questo lavoro sul territorio ho acquisito una certa conoscenza della situazione ma sembra che ci sia la “consegna” di non dire niente. Del resto se, come dice la Bibbia, la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre avvenne perché mangiarono il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, ci saranno sicuramente “validi” motivi in questo comportamento di non dare informazioni (scusate la digressione religioso-antropologica)!!

Un grosso parco eolico
Di pomeriggio decidiamo di non andare a Tempa Rossa ma di visitare il parco eolico. E’ nel territorio del comune adiacente di Montemurro. Notiamo che le torri eoliche (che sono in funzione) fanno due rumori molto lievi. Il primo rumore assomiglia al rumore che fa la macchina fotografica quando viene scattata una foto (pensavo che fosse la mia macchina quando scattavo le foto) mentre il secondo assomiglia a un bidone mentre cade. Questi rumori (che, ripeto, sono molto lievi) si sentono solamente se si sta sotto le torri eoliche, mentre a qualche decina di metri non si sente assolutamente niente: non capisco il motivo per cui sia stato posto il problema della rumorosità delle torri eoliche!!
Anche se non faccio una ricerca approfondita, non noto sul terreno sotto le torri carcasse di uccelli eventualmente uccisi dalle pale eoliche.
Contiamo il numero delle torri che compongono il parco eolico e viene confermato il primo conteggio che feci quando le individuai dal mio paese col binocolo: sono esattamente 31. A qualche km di distanza in linea d’aria si nota un altro parco eolico con cinque torri.


Foto 6: il parco eolico nel territorio del paese di Montemurro


Nella mattinata, prima di andare a Viaggiano, siamo andati alla ricerca di un altro impianto fotovoltaico situato nel territorio del mio paese e di cui avevo avuto notizia qualche sera prima.
E’ a una dozzina di km dal centro abitato del paese e, sulla scorta delle informazioni avute, lo individuiamo con una certa facilità.
Il signor L. G. D., proprietario dell’azienda agricola su cui insiste l’impianto nonché titolare di una ditta individuale di autotrasporti, gentilmente mi concede di fare alcune foto.


Foto 7: l’impianto fotovoltaico nell’azienda del signor L. G. D. (sono circa 1.400 pannelli solari)

Dico al signor L. G. D. che mi interesso di esaurimento dei combustibili fossili e dello sviluppo delle energie rinnovabili, come il solare fotovoltaico. Al che il signor L. G. D. mi chiede informazioni sul rapporto contrattuale con l’azienda che ha installato i pannelli (torna sempre il problema della conoscenza!!). Gli dico che non conosco la situazione e lo indirizzo verso un sindacato che, così come avevo letto in un volantino il giorno prima in uno stand della fiera di esposizione di prodotti dell’agricoltura e dell’artigianato locali svoltasi al paese, si interessa, oltre che delle dichiarazioni dei redditi, delle vertenze lavorative, ecc., anche di consulenza nel campo delle installazioni di impianti fotovoltaici ed eolici.
Con la mia compagna il signor L. G. D. dice che vorrebbe trasferirsi definitivamente in campagna ma che i suoi familiari non sono tanto disponibili a seguirlo in questa scelta.

Ritorno dalle ferie
Con la mia compagna decidiamo che durante il tragitto per il rientro dalle ferie faremo un itinerario interno (per Potenza-Melfi) per immetterci sull’autostrada A14 all’altezza di Foggia e che durante il primo tratto del tragitto fotograferò gli impianti di energia rinnovabili.

Dopo una quindicina di km dal paese incontriamo il primo parco eolico ma le foto che faccio non riprendono tutte le torri eoliche. La provincia di Matera però ha pochi parchi eolici, diversamente dalla provincia di Potenza dove, soprattutto verso Melfi, i parchi eolici sono un aspetto importante del panorama: ci sono torri eoliche da qualunque parte si guardi!!
Un’altra cosa che noto è che quest’anno le pale eoliche sono tutte in funzione, mentre l’anno scorso difficilmente ne ho vista qualcuna in tale condizione.


Foto 8: un parco eolico su un crinale dell’appennino lucano

A mano a mano che con l’autostrada ci avviciniamo verso il mare allora si diradano gli impianti eolici: i venti interessanti per gli impianti eolici spirano infatti sui crinali appenninici anche se ho notato degli impianti installati abbastanza a valle.

Facciamo la prima sosta in un’area di servizio in Puglia, ai confini col Molise (che, come mi dice l’addetto al distributore a cui lo chiedo, è l’Area di servizio Torre Fantine est).
Noto con sorpresa che l’area destinata al parcheggio è in parte coperta da 56 moduli da 8 pannelli solari ciascuno per complessivi 336 pannelli solari. I pannelli oltretutto fanno anche parzialmente ombra alle autovetture parcheggiate. Non ricordo che l’anno scorso ci fossero pannelli solari installati nelle area di servizio. Quest’anno invece, almeno fino alle Marche, ne ho notato parecchi. Ho notato pure che riguardano solamente due società di gestione delle aree di servizio.

La foto sottostante mostra uno scorcio dell’impianto fotovoltaico di cui si è detto. Si notino sullo sfondo le pale di due torri dell’ultimo parco eolico che abbiano notato sul tragitto.





Foto 9: impianto fotovoltaico in un’area di servizio nel nord della Puglia; sullo sfondo le pale di due torri di un parco eolico


In una successiva area di sevizio facciamo una nuova sosta. Anche qui ci sono dei pannelli solari (ce ne sono anche nell’area di servizio di fronte), sebbene in numero inferiore a quelli dell’area di servizio precedente.
Nella macchina a fianco della mia c’è quella di una coppia con due bambini e una nonna. Uno dei due bambini si è abbandonato a un pianto incontenibile. Il padre, che ormai ha i nervi a fior di pelle, dice alla nonna che gli ha comprato il gelato, i biscotti, ecc. ma che lui ha visto quella macchinina rossa che era esposta nel punto di ristoro dell’area di servizio, e la vuole a tutti i costi. Ma, dice ancora il padre, che se continua così gli …(censura).