Chiarimenti su centrali nucleari e refedendum 1987
Ogni volta che si sente parlare di centrali nucleari in Italia, è ovvio pensare ai referendum del 1987. La domanda che facciamo tutti è sempre la solita: “Com’è possibile che il popolo italiano ha votato contro l’energia nucleare, ed oggi viene proposta l’apertura di nuove centrali?”.
Crediamo che ognuno di noi abbia una risposta a questa domanda. In ogni caso, per fornire una base concreta per eventuali discussioni, vediamo di fare un po’ di chiarezza senza entrare nel merito del “gusto” o “sbagliato”.
Come certamente sapete, il referendum del 1987 era di tipo abrogativo. Il Corriere di oggi riporta i tre punti referendari:
1 - Veniva chiesta l’abolizione dell’intervento statale nel caso in cui un Comune non avesse concesso un sito per l’apertura di una centrale nucleare nel suo territorio. I sì vinsero con l’80,6%.
2 - Veniva chiesta l’abrogazione dei contributi statali per gli enti locali per la presenza sui loro territori di centrali nuclear. I sì s’imposero con il 79,7%.
3 - Veniva chiesta l’abrogazione della possibilità per l’Enel di partecipare all’estero alla costruzione di centrali nucleare. I sì ottennero il 71,9%.
Come riportato anche su Italians in una risposta ad una email:
1 - Per legge, i risultati dei referendum sono vincolanti ma per la durata i costituzionalisti sono divisi.
2 - Non è vero che i referendum del 1987 abrogarono o resero illegale le centrali nucleari.
Detto questo, troviamo importante che tutti esprimano il proprio parere su basi concrete, senza cadere nel facile gioco del “tutto contro” o “tutto pro”. A voi la parola.
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