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Auto elettriche: dati Opel Ampera e caratteristiche tecniche

3 marzo 2009 0 commenti


Qualcuno di voi si ricorderà del fim “chi ha ucciso l’auto elettrica“. Dopo aver visto l’Opel Ampera così come altre soluzioni ibride, ci chiediamo chi finalmente riuscirà ad uccidere il motore termico. Rimanendo in tema da cinefili, abbiamo constatato che il vecchio “caro” classico motore termico è davvero “duro a morire”.

I problemi delle auto elettriche li conosciamo benissimo. Le batterie non permettono una autonomia elevata e necessitano lunghi tempi di ricarica. Qual’è la soluzione più pratica a breve termine? Se qualcuno ha proposto il sistema ibrido, gli ingegneri di Gm rispondono con qualcosa di simile, ma di profondamente diverso.

Dicevamo delle batterie. Come fare in modo di averle sempre cariche, e di aumentare di conseguenza l’autonomia? Proprio grazie al motore temico, in questo caso inteso come generatore di corrente, che entra in funzione non appena la batteria inizia a scaricarsi. Cosa c’è di nuovo? Semplicemente il motore termico è ottimizzato per generare corrente elettrica e non per azionare il movimento della vettura. Questo, secondo gli ingegneri di GM, permette bassi consumi di benzina per ricaricare le batterie. Un sistema usato sia per la Chevrolet Volt sia sull’Opel Ampera vista in questi giorni.

Vediamo come l’Ampera concilia quanto detto sopra. Il dato di partenza è che secondo Opel l’automobilista medio percorre 50 km al giorno. Non sappiamo se questo calcolo è “forzato” da quanto diremo in seguito, ma lo prendiamo così come ci è stato fornito. Niente Ampera, quindi, per chi fa un uso intensivo dell’auto.

L’Ampera dispone di 60km di autonomia in modalità totalmente elettrica. L’automia è quindi “aumentabile” grazie alla ricarica istantanea del motore a benzina fino ad arrivare a 700 km. Ovviamente è possibile effettuare la ricarica “classica”: servono solo due ore e mezza per la ricarica completa senza cavi “strani” o adattatori stile “camper”. Si usa la normalissima presa di corrente di casa. Velocità massima, 140 kn/h.

Come potete vedere dalle nostre foto, le batterie sono poste sotto il tunnel centrale. I maniera del tutto teutonica, e quindi razionale, gli ingegneri Opel hanno deciso di eliminare il quinto posto posteriore per avere invece quattro posti comodi, ma non espandibili in nessun modo. L’Ampera non è come la Cinquecento: non si può stare stretti. Qualche accorgimento aerodinamico, ma diciamo la verità più di “immagine”, completano la linea che a quanto pare non subirà grosse modifiche prima della messa in vendita.

A proposito di vendite, l’obiettivo è quello di lanciarla nei concessionari per il 2011. Quello che ci spaventa è il prezzo. Non è stato dichiarato e, anzi, ci è stato detto che la missione di Opel è quella di “educare” i possibili clienti. Tutto questo ci lascia supporre che costerà parecchio, ma d’altra parte sul piatto della bilancia si dovrà tener conto dei bassissimi costi di gestione.

Ci permettiamo ora qualche considerazione personale, avendo anche letto i commenti al post di ieri sull’Opel Ampera. Non si respira aria di festa qui a Ginevra. Gli stand sembrano ridotti al minimo indispensabile e tutte le case cercano di leccarsi le ferite dopo le perdite colossali degli ultimi mesi. Anzi, a dirla tutta c’è chi sta cercando di sopravvivere punto e basta.

Sappiamo inoltre che le auto elettriche non sono la soluzione dei nostri problemi a livello di inquinamento. C’è il prolema della produzione delle battierie, come ha fatto notare qualcuno di voi. Potrebbero mettere ko le reti elettriche nazionali, se di punto in bianco tutti abbandonassimo benzina e gasolio per la corrente elettrica.

Abbiamo sentito i membri dello staff di Opel e Gm davvero convinti del proprio lavoro, con un entusiasmo difficilmente riscontrabile in altre realtà di questo salone. Eppure anche loro sanno che questo è “solo” un passo avanti che potrebbe spingere sull’acceleratore della ricerca per queste tecnologie. Non aspettiamoci quindi l’auto definitiva: l’Ampera non lo è. Ma potrebbe essere quello che la Prius è stata per l’ibrido: l’inizio di una nuova specie.

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