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Un raggio di sole

15 luglio 2009 0 commenti

Arcobaleno a Marettimo

Secondo la relazione del presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, seppur sia ancora urgente la separazione societaria tra ENI e Snam rete Gas per arrivare ad un vero mercato del gas liberalizzato, sul fronte del mercato elettrico i costi italiani si stanno allineando a quelli europei. La buona notizia per le famiglie italiane “efficienti”, energeticamente parlando, (pari al 66% del totale), è quella che, secondo i dati Eurostat 2008, i nuclei familiari, nel corso del 2008, hanno speso meno della media europea,con consumi che sono stati inferiori ai 2500 kWh annui.
Intanto speriamo che in Italia non si smetta di investire nelle rinnovabili e nel sole. Certamente il dibattito sul nucleare terrà banco sotto gli ombrelloni agostani, almeno sotto quelli delle belle spiagge della Sardegna come Capo Comino e in quelli delle altre aree che rischiano di essere indicate (diventando siti militari inaccessibili dai prossimi anni) come idonee ad ospitare le centrali atomiche, costruite con la vecchia generazione 3+, che i nostri governanti propongono come panacea al problema energetico, in un silenzio assordante di tutto l’arco parlamentare italiano. Anche in Confindustria il dibattito sull’energia è poco tecnico e molto vetusto, sperando in una energia a basso costo che esisterà solo se si farà efficienza energetica e rinnovabili (in particolare solare).
Anche dallo scenografico vertice dell’Aquila, emerge un impegno del G8 (o G14 se si vuole allargare a Cina, India, Brasile, Messico, Egitto, Sud Africa) poco sostanziale, che rischia di andare ad unirsi alla lunga lista delle promesse non mantenute. Come ci ricorda in questi giorni l’IPCC riunita in conclave a Venezia, occorre stabilire un percorso concreto per raggiungere l’obiettivo di mantenere l’aumento medio della temperatura del Pianeta entro i 2 °C. C’è bisogno di un ambizioso impegno a medio termine per il 2020 da parte delle nazioni ricche, che sia articolato con misure concrete da intraprendere domani, a partire dall’efficienza energetica negli usi finali e nella generazione, e in un maggior ricorso a tutte le energie rinnovabili distribuite nel territorio.
In realtà il rischio è che, per parlare di chimere irrealizzabili come il nucleare, da cui tutti nel mondo stanno tentando di uscire, non si arrivi pronti all’appuntamento del 20-20-20 al 2020.
Uno studio del Massachussets Institute of Technology (MIT) sul futuro del nucleare, che aggiorna le valutazioni del 2003 sulle prospettive di un rilancio del nucleare, ha evidenziato che i costi di costruzione degli impianti, senza gli oneri finanziari delle richieste alle banche per gli enormi investimenti necessari, sono raddoppiati, passando da 2.000 dollari al kW del 2003 a oltre 4.000 dollari al kW. Ormai il nucleare è più costoso del fotovoltaico.
Nel fotovoltaico,intanto, Stati Uniti e la Cina continuano a fare passi da gigante. Nello Jiangsu, provincia cinese all’avanguardia, a luglio è partito il “conto energia” per incentivare 400 MW di fotovoltaico dai privati con incentivi che vanno da 0,41 € al kWh nel 2009 a 0,27 € a kWh immesso nella rete nel 2011, anno in cui prevedono di aver installato i 400 MW.
Ma anche dal fronte della ricerca in Europa si fanno passi in avanti verso materiali più efficienti e dalle dimensioni ridotte.
QuantaSol, spin-out nato nel 2007 dall’Imperial College di Londra, ha sviluppato celle solari in Arsenurio di Gallio (GaAs), raggiungendo un’efficienza di conversione record pari al 28,3% ad una concentrazione di 500 soli. Per fare ciò è stata impiegata una strategia tipica della meccanica quantistica per abbassare il gap di banda elettronica di questo semiconduttore. Quantasol ha combinato diverse nanostrutture di due differenti leghe per ottenere un cristallo sintetico di dimensioni molto piccole ma molto efficiente. Il dettaglio importante è la facilità di produzione di tale materiale con cui si spera presto di produrre materiali per il mercato.
Un raggio di sole in una estate durante la quale si parlerà d’altro!

Aldo Iacomelli