I nuclearisti organizzano l’eutanasia delle energie alternative del futuro, a cominciare dal fotovoltaico
Stava funzionando bene. Ben remunerato con gli incentivi prelevati dalla componente A3 della tariffa elettrica, in modo proporzionato tra i consumatori di energia. Il fotovoltaico, a completamento dei famosi 8000 MW, costerà meno di quanto si spende in due anni complessivamente in Italia per le auto blu ed i combustibili ad esse necessari. Giova anche ricordare che sono incentivate pesantemente, in Italia e in Europa, le fonti tradizionali, il nucleare, il carbone ed il petrolio.
Il Presidente Napolitano ha firmato il D.Lgs di attuazione della direttiva rinnovabili 2009/28/CE che adesso andrà alla Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione.
Cala l’incertezza sul settore. Le banche, già guardinghe, chiuderanno i cordoni della borsa ad aziende e privati pronti ad investire in questa promettente tecnologia. Ma il peggio arriverà, se non saranno introdotti correttivi immediati, per coloro che avevano pianificato investimenti e realizzazioni nel corso del 2011, pensando di avere un quadro normativo ed attuativo certo e che ora vedono sommarsi alle incertezze dell’iter burocratico-autorizzativo, talvolta farraginoso e lento, quello della discrezionalità nella revisione dell’incentivo, per il cosiddetto “quarto conto energia”, fissata al 30 aprile dal Dlgs.
Secondo i dati resi noti dal Gse, gli impianti in esercizio al 28 febbraio 2011 che beneficiano del primo e secondo conto energia sono 171.105 per un totale di 3.797 MW. A questi impianti vanno aggiunti quelli del cosiddetto “salva Alcoa” (L 129/2010), di cui è stata comunicata al GSE la fine lavori al 31 dicembre 2010, che riusciranno ad entrare in esercizio entro il 30 giugno 2011, quindi beneficiando del secondo conto energia. Tali impianti “salva Alcoa” sono 40.542 per una potenza elettrica installata di 3.404 MW.
Adesso si prospetta un teatrino di mediazioni politiche presso il Ministero dello Sviluppo Economico tra tutti gli stessi soggetti istituzionali che sul finire del 2010, dopo una lunga gestazione, avevano partorito il “nuovo conto energia” che doveva dare certezze al settore per gli anni a venire.
Quindi perché questa retromarcia? Per risparmiare risorse? Per far risparmiare i cittadini, tartassati, è necessario ridurre o addirittura interrompere gli incentivi al fotovoltaico?
Mentre il resto del mondo scommette sulla “green economy” e sull’innovazione tecnologica, noi volgiamo lo sguardo verso il passato, quel nucleare obsoleto e costoso che faticherà a tornare.
Tremonti permettendo, l’Agenzia nucleare avrà 7 milioni e mezzo di euro provenienti dalla dotazione annuali, rimasti finora congelati. Manca ancora la sede e il personale. E qualcuno continua a dire per il 2015 avremo la prima centrale atomica!
Si uccide una tecnologia che produce energia oggi, il fotovoltaico, a dei costi sempre più competitivi. Secondo l’associazione Europea delle Industrie Fotovolatiche (EPIA) la cosiddetta “grid parity” potrebbe essere raggiunta alla fine del 2012.
Nel 2006 gli sviluppatori di impianti fotovoltaici nei conti economici mettevano dei costi “chiavi in mano” di circa 7000 € a kWp di potenza installata.
Oggi per impianti industriali di grosse dimensioni (sopra i 500 kW), i costi sono ben inferiori ai 3000 €/kWp. Per fare un confronto, giova ricordare che il costo di investimento del nucleare, secondo uno studio del MIT, è di circa 3500 €/kWp, quello del carbone di circa 1900 €/kW. Considerato poi che per il fotovoltaico non serve nessun combustibile e può essere fatta una generazione distribuita ed indipendente sul territorio, i vantaggi nella prospettiva energetica sono evidenti.
Allora quale è la logica? Una eutanasia di una tecnologia sana, viva e vegeta, che piace ai cittadini e che nel resto del mondo soppianterà le combustioni di ogni tipo, in molto meno tempo di quanto si immagina.
Che cosa accadrà quando il Governo renderà note le località dove intende realizzare le centrali nucleari della obsoleta generazione 3+? Cosa faranno le popolazioni? Le prime sorprese credo arriveranno dal referendum di giugno.
Peccato che se non ci saranno rapide revisioni al decreto in via di pubblicazione, il fotovoltaico in Italia sarà morto. Un’altra delle tante vittime innocenti del Bel paese!
Aldo Iacomelli