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IL NUCLEARE IN GERMANIA E’ FINITO: E IN ITALIA?

31 maggio 2011 0 commenti

Con 40 miliardi di euro, il Cancelliere Merkel tira fuori la Germania dall’incubo nucleare. L’ultimo reattore sarà fermato non oltre il 2021, e fino al 2022 tre reattori saranno tenuti in stand-by, pronti solo in caso di blackout per emergenza. Dal 2022 resterà, come riserva energetica, un solo reattore, ma solo per la produzione di energia in caso di emergenze e per evitare blackout.
Angela Merkel ha scelto il paese reale. Dopo un lungo vertice di governo e dopo aver ascoltato le conclusioni del lavoro della Commissione Etica che aveva nominato a marzo, all’indomani della tragedia di Fukushima, e gli esperti di energia, ha preso la decisione sul futuro della Germania.
Secondo la “Ethikkommission”, formata da 22 esperti guidati dall’ex direttore esecutivo dell’UNEP e già ministro dell’Ambiente Klaus Töpfer e dal presidente della Fondazione tedesca per la ricerca (Dfg) Matthias Kleiner, il nucleare è troppo rischioso e sta avvelenando la coesione sociale, mentre un passaggio verso le fonti alternative offrirà alla Germania enormi opportunità di crescita tecnologica, economica e sociale.
Così, la Cancelliera, dopo aver ascoltato anche le opposizioni di sinistra, i sindacati, le Chiese, le parti sociali, e ignorando i veti striscianti della lobby dell’atomo e dei suoi fiancheggiatori oscuri ha deciso. La scelta per il futuro energetico della Germania è irreversibile: 80 % del fabbisogno della germania sarà coperto, al 2030, dalle fonti rinnovabili e nel 2022 sarà fermato l’ultimo dei 17 reattori nucleari ancora in funzione che oggi garantiscono meno del 20% dell’energia ai tedeschi.
I reattori nucleari tedeschi Isar 1 e Unterweser (di E.ON), Biblis A e B (di Rwe), Philippsburg 1 e Neckarwestheim 1 (di EnBW), Brunsbuettel e Kruemmel (di E.ON e Vattenfall) i più obsoleti erano già stati fermati a marzo dopo il disastro nucleare in Giappone. Gli altri saranno fermati gradualmente nei prossimi 10 anni.
La Germania ha comunque una strategia energetica in 6 punti per uscire dal nucleare, non è una uscita estemporanea e demagogica, ma un vero e proprio piano che prevede ricerca innovazione e sviluppo che porterà posti di lavoro. I 40 miliardi di euro che saranno spesi non saranno un costo tout court, ma un investimento produttivo.

In sintesi i sei punti del nuovo piano di sviluppo energetico sono:

1. ulteriore incremento delle rinnovabili, in particolare eolico, con anche nuovi progetti offshore; per finanziare questa linea sarà introdotto un programma da 5 miliardi di euro finanziato dalla banca pubblica KfW e saranno ulteriormente snelliti gli iter autorizzativi.
2. espansione delle reti, secondo le nuove esigenze di connettere le rinnovabili (SMART grid e micro-reti di prossimità) mediante stanziamento di fondi pubblici, per le compensazioni agli enti locali interessati dalle opere.
3. efficienza energetica, con un taglio del 20% al 2020 dei consumi degli edifici da ottenere con incentivi fiscali e con fondi della KfW,
4. aumento della capacità di uso del gas, fonte di transizione “flessibile” in grado di compensare le variazioni di produzione delle rinnovabili.
5. 500 milioni di euro per la ricerca, fondi già stanziati al 2020;
6. campagne di informazione e sensibilizzazione per l’opinione pubblica.

Emotività o scelta pragmatica? Sicuramente è un piano di sviluppo organico della “locomotiva” che traina l’Europa nella ripresa dopo la crisi. Il piano riconosce anche la necessità di creare sviluppo salvando la coesione sociale. I nostri ministri che vogliono il ritorno al nucleare, anche se per il momento hanno approvato un finto stop di soli due anni, da quali emozioni o pianificazioni si sono fatti guidare nell’assurdo ritorno italico al nucleare francese? Il programma nucleare poco chiaro e poco serio dell’Italia, nato chissà su quali basi energetiche ed economiche è ancora in piedi e pronto a riapparire tra due anni.

Per favore fateci votare il referendum sul nucleare il 12 e 13 giugno prossimi, è un atto di democrazia!
Risorse energetiche tradizionali agli sgoccioli