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Meduse killer a Genova: dall’ISPRA nessun allarme

3 giugno 2009 0 commenti
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Le Caravelle Portoghesi ritrovate a Capo Peloro - foto di Pietro Battaglia -

Non erano le famose meduse killer quelle recentemente avvistate a Genova e scambiate in un primo momento per una chiazza di petrolio, ma semplicemente Barchette di San Pietro, assolutamente innocue, biondicatore di mare pulito ad alta produttività e da sempre presagio di buona stagione per i pescatori.

Si tratta di meduse, il cui nome scientifico è Velella velella, di piccola dimensione il cui potere urticante è pressoché nullo. Galleggiano nell’acqua spinte da una vela, ovvero una struttura rigida che alzandosi sul livello del mare permette al vento di farle muovere. Vento e corrente le aggregano in branchi numerosi, grandi e compatti, per fortuna non infrequenti, spingendole sino a terra. Il numero delle meduse è talmente alto che, una volta raggiunta la spiaggia, spesso la colorano interamente di viola. Nell’aprile del 2002, infatti, tutte l’area delle Bocche di Bonifacio è stata ricoperta da uno strato di Velelle tanto compatto da non lasciarsi attraversare dalla luce del sole.

L’esplosione che si sta registrando in questi giorni è, nella dimensione descritta, un fenomeno poco comune ma non improbabile che certamente merita più curiosità che allarme.

Erano, invece, vere e proprie “Meduse Killer” quelle ritrovate a Capo Peloro all’inizio di maggio.

Anche in quel caso però l’ISPRA smorza l’allarme dichiarando    che gli esemplari ritrovati erano talmente piccoli da non essere letali e assicura che questa specie di medusa, sebbene rara, è da sempre presente nel Mediterraneo.  L’avvistamento italiano è sicuramente un fenomeno degno di studio, ma non tale da destare ancora preoccupazione. Il monitoraggio continuo dei mari, portato avanti dall’Istituto, permette comunque di tenere sotto controllo la situazione e di rilevare un eventuale incremento del fenomeno.