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Dai prodotti forestali un’arma anti CO2

17 giugno 2009 0 commenti

 

Foto di Franco Iozzoli

Foto di Franco Iozzoli

Potrebbero essere i prodotti forestali l’arma vincente per far guadagnare crediti all’Italia nell’ambito degli impegni assunti nelle attività internazionali sul clima. Carta, cartoni, compensati, truciolati, travi, e tutti i prodotti costruiti con questi materiali sono in grado di immagazzinare una certa quantità di carbonio ( presente prima in atmosfera e poi assorbita dalle piante) e di bloccarla per mesi, anni o addirittura secoli. Basti pensare ai mobili di legno che, vista la loro durata, possono trattenere l’anidride carbonica incamerata per periodi anche lunghissimi. Tutto dipende dalla destinazione del legno (carta, cartoni, compensati, mobili, eccetera), fino alla sua distruzione. Uno studio dell’Ispra, il primo nella nostra nazione, ha stimato che in Italia i prodotti legnosi sono in grado di immagazzinare ogni anno da 3 a 12 milioni di tonnellate di CO2.

Insomma dei veri e propri strumenti anti gas serra che possono quindi rivelarsi validi per le politiche di riduzione dell’inquinamento, ma anche per gli imprenditori che operano nei settori produttivi e industriali coinvolti (legno, mobile, rifiuti, energia, edilizia).  Questi prodotti, infatti, possono giocare un ruolo ancor più significativo. Essendo una fonte di materiale rinnovabile relativamente efficiente dal punto di vista energetico, si possono utilizzare al posto di altri, a maggiore intensità d’energia, prevenendo così a monte le emissioni di gas serra. Si tratta d’individuare soluzioni pratiche e tecniche per aumentare l’impiego del legno nelle applicazioni domestiche e industriali, così come nelle forniture degli uffici pubblici. Diversi studi condotti sull’energia richiesta per costruire edifici con varie combinazioni di materiali, dimostrano che, massimizzando l’impiego del legno nelle nuove costruzioni, si avrebbe una riduzione delle emissioni causate dalla produzione di materiali edili, da un minimo del 30% fino ad un massimo dell’85%.

Tutto si giocherà nel post 2012, quando i futuri negoziati in ambito United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) saranno chiamati a definire le regole per l’inserimento dei prodotti forestali tra le opzioni per mitigare l’effetto serra e raggiungere così gli impegni nazionali assunti. Per ora, infatti, il Protocollo di Kyoto contempla la possibilità di fare ricorso a una serie ancora ristretta di attività forestali come meccanismo valido per raggiungere gli obiettivi di riduzione: creazione di nuove foreste, riduzione della deforestazione e gestione delle foreste già esistenti per massimizzare il contenuto di carbonio.