Home » Alessandra Lasco » Azioni »

Per “salvarsi la pelle” presto un bollettino giornaliero in tutte le regioni

16 luglio 2009 0 commenti
foto di Franco Iozzoli

Foto di Franco Iozzoli

Il sole fa bene o male? Quando esporsi al sole risulta benefico e quando invece è davvero pericoloso? A rispondere a queste domande, con un’informazione chiara ed istituzionalmente corretta, ci pensa ISPRA che, coordinando un gruppo nazionale di lavoro formato da esperti anche in campo medico, sta realizzando una rete di monitoraggio per misurare l’intensità dei raggi ultravioletti. In questo modo sarà possibile anticipare, tramite un bollettino, le ore in cui diventano effettivamente nocivi per la salute.

Contrariamente a quanto si pensa, un “bagno di sole” non comporta solo rischi; infatti, la tanto amata abbronzatura estiva è anche un modo efficace per attivare il meccanismo di sintesi della vitamina D, la cosiddetta “vitamina del sole”, composta dal corpo tramite l’esposizione. Gli effetti benefici prodotti sono molteplici: si va dal corretto sviluppo di denti ed ossa, ad una vera e propria attività antidepressiva e anticancerogena (tumore al seno per le donne e prostata per gli uomini). Inoltre, numerosi studi stanno verificando quanto la carenza di vitamina D possa influire su alcune patologie come l’ infertilità maschile, l’osteoporosi, l’obesità infantile e la sclerosi multipla.

Tutto dipende dal valore dell’indice UVI (UltraViolet Index) che in una scala da 1 a 16 comunica il rischio che si corre con un’esposizione più o meno prolungata ai raggi solari.

Soprattutto l’estate, ma anche di inverno, i raggi ultravioletti possono causare danni alla pelle e non solo. Il primo effetto, quello più evidente e a breve termine, è il comune eritema solare che in realtà può nascondere conseguenze visibili solo nel lungo periodo: si va dall’invecchiamento della pelle al tumore. Non a caso, l’INAIL ha inserito tra le malattie professionali riconosciute anche quelle causate dall’esposizione a radiazioni U.V. solari.

Essere informati è quindi necessario per proteggersi dal sole, senza pregiudicarsi gli indubbi benefici che ci fornisce: esporsi si, perché fa anche bene, ma con il giusto equilibrio.

In aiuto arriva il bollettino dell’indice UVI su scala nazionale, finora emesso solo da alcune Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente,  che quotidianamente indicherà le ore in cui gli ultravioletti sono più dannosi.

L’importanza dell’indice “sentinella” non è certo una novità;  in paesi come  l’Australia, il bollettino UVI incide sui normali comportamenti di vita, esattamente come avviene da noi con le previsioni del tempo. Altri, come il Canada, sono invece molto attenti a fornire protezioni individuali efficienti: dagli indumenti trattati all’ossido di titanio che garantiscono anche il 97% di protezione, al “bikini antiscottature”, che avverte quando la radiazione è troppo forte. Il bollettino italiano, dunque, gioca un ruolo fondamentale anche nel campo turistico.

L’obiettivo del gruppo di lavoro nazionale, comunque, non si ferma alla sola informazione sul valore dell’indice: gli esperti non escludono il futuro inserimento di ulteriori informazioni sulla produzione della vitamina D, sugli effetti sulla flora e sulla fauna.