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Copenhagen: in attesa di un accordo ecco il quadro delle emissioni in Italia

17 dicembre 2009 0 commenti

Ridurre le emissioni del 30% al 2020 e dell’ 85% al 2050: ormai si sa , sono questi gli impegni futuri annunciati dall’Unione Europea, sempre che al vertice di Copenhagen si riesca a raggiungere un accordo. In che misura questi impegni riguarderanno l’Italia  è ancora da definire, ma quel che è certo è che  siamo ancora lontani dall’obiettivo del 6,5 di riduzione fissato per 2008-2012. Secondo i dati ufficiali riportati nell’ Inventario Nazionale delle Emissioni, tra il 1990 e il 2007  il trend dell’Italia è stata in continua ascesa, con un accenno di inversione di tendenza iniziato solo nel 2007. Nello stesso anno, infatti, il nostro Paese  sprigiona, in termini di CO2, l’86% del totale nazionale e il 9,3%  in più rispetto al 1990. Il settore che cresce maggiormente è quello energetico che segna un aumento del 13,2 %. In diminuzione, invece le emissioni di metano e di protossido di azoto che, essendo pari a circa il 6,9% e il 5,8% del totale, si riducono dell’8,4% il metano e del 14,9% il protossido di azoto ( sempre rispetto all’anno base). Non solo. Crescono nel 2007 anche gli altri gas serra che, pur avendo un peso complessivo intorno all’1,3 % sul totale, registrano una forte crescita tra il 1990 ed il 2007. foto di Paolo Orlandi

Il totale delle emissioni di tutti i gas-serra considerati dal Protocollo di Kyoto è dunque superiore del 7,1% rispetto al 90 e passano da 516 a 553 milioni di tonnellate, ma diminuisce dell’1,7% rispetto al 2006 e del 3,6% rispetto al 2005. Confrontando l’andamento della serie con l’obiettivo previsto, e pur notando un calo nell’ultimo anno ( 2006 – 2007), è più che evidente che la strada da percorrere è ancora lunga.  L’inversione di tendenza iniziata nel 2007 ovviamente non basta. E non è sufficiente neanche il risultato raggiunto nel 2008, anche se gli esperti (per via della crisi) concordano nel prevedere  un ulteriore calo del 5% nel 2009.  Intanto, i dati preliminari dello scorso anno indicano una diminuzione delle emissioni di gas serra del 2,5% rispetto al 2007. Un risultato dovuto alla riduzione dei consumi energetici per la produzione di energia elettrica, proveniente per lo più da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) e nei trasporti. Ma confrontiamo, settore per settore, la situazione italiana con quella degli altri Paesi: per quanto riguarda quello dei Trasporti, che cresce del 24;7% rispetto al 90, confermandosi fonte principale di emissioni,  siamo in linea con l’andamento medio registrato nei paesi dell’EU15 (+23,6%).  Situazione inversa per il settore residenziale e servizi dove l’aumento nazionale segna un + 4,8% rispetto al 1990, a fronte di una diminuzione del 13,6% negli EU15. Tendenza opposta anche per quello dei  processi industriali: nel 2007, il calo dell’EU15 dell’11,5% ( chiaramente rispetto al 90) si contrappone ad una crescita italiana dello 0,5% . Stesso andamento invece nel settore agricolo: negli stessi anni diminuiscono entrambi, ma dell’ 8,3% in Italia e dell’ 11% nel resto d’Europa. La gestione e il trattamento dei rifiuti nazionali segna infine un + 2,9%, mentre negli altri 15 paesi cala del 39% in circa 20 anni.