Intrusi nei registri delle emissioni. ISPRA: lo scopo è rallentarne il commercio
Era perfettamente tradotta in tutte le lingue ed invitava a registrarsi all’indirizzo indicato per ottenere una chiavetta usb che avrebbe garantito il collegamento in sicurezza al registro delle emissioni di CO2. Era più o meno questo il contenuto delle mail inviata a tutti i rappresentanti delle aziende autorizzati all’uso del registro per carpirne i dati di accesso e introdursi nei conti personali, con il solo scopo di creare il panico nel mercato delle quote delle emissioni.
L’Organismo Internazionale di Controllo ( ITL) ha, quindi, bloccato tutti gli accessi per verificare i livelli di sicurezza e la riservatezza delle informazioni contenute.
In Italia, l’ISPRA che garantisce l’integrità dei dati e la sicurezza informatica del sistema dichiara che tutti gli accessi sono nuovamente attivi.
Procedere alla verifica di eventuali inserimenti non autorizzati non è cosa semplice: “in realtà, – affermano gli esperti dell’ISPRA- non è possibile escludere a priori eventuali intrusioni e capire se nel frattempo qualcuno, rispondendo all’invito, abbia fornito inconsapevolmente i propri dati a sconosciuti. Tale controllo potrà essere effettuato solo con l’aiuto di chi improvvisamente si è trovato svuotato il proprio conto”
Resta da capire la ragione di questo tentativo di frode. “L’obiettivo – dichiarano ancora all’ISPRA – non può essere la vendita delle quote, poiché sono numerate e pertanto rintracciabili in pochi giorni. Ipotizzare, quindi, una vendita in così poco tempo sarebbe decisamente inverosimile. L’obiettivo potrebbe essere quello di screditare o rallentare il commercio delle emissioni che resta, al momento, l’unico meccanismo di attuazione del protocollo di Kyoto operativo”.