Home » Alessandra Lasco » Azioni, Edilizia »

Ecomafie: 30 illeciti al giorno e sul podio salgono Campania e Lazio

27 maggio 2010 0 commenti

Italia, terra di illeciti anche in campo ambientale: in un solo anno  ( 2009), sono state 10.000 le persone  denunciate, 188 gli arresti e 2790 i sequestri. Secondo il primo Rapporto “ Contrasto all’ illegalità ambientale” presentato dal Ministro Prestigiacomo, la nostra è una nazione che procede al passo di 30 illeciti giornalieri, quasi uno ogni 43 minuti.

Al vertice della classifica regionale, in linea con ogni possibile previsione, si trova la Campania che ha all’attivo 2288 denunce, 84 arresti, 723 sequestri.

A “sorprendere” però è il secondo posto conquistato, a pieno titolo, dal Lazio che in quanto a reati ambientali registra un totale di 1530 denunce, 29 arresti e oltre 500 sequestri. I settori più colpiti risultano il traffico e smaltimento illecito di rifiuti ( 90% di arresti), abusivismo edilizio (4.898 casi accertati e oltre 6.200 denunce) e la contaminazione di sorgenti e corsi d’acqua ( 982 denunce,229 sequestri e 10 arresti).

PrestigiacomoUn quadro, quello dipinto dal Rapporto, che il Ministro non esita a commentare e aspramente: “ Chi agisce illegalmente in campo ambientale può farlo solo con la complicità di chi opera nel sistema produttivo, istituzioni comprese. Alcuni funzionari trasformano sulla carta rifiuti speciali in normali. I casi di inquinamento del suolo , infatti, cartina tornasole principale del racket dei rifiuti, rappresentano la fonte di reati più gravi che ha prodotto 163 arresti e 2759 denunce (a fronte di 1652 controlli che hanno rivelato azioni illegali). Ecco perché il nostro obiettivo è quello di far in modo che si prevedano sanzioni sempre più rigide e severe”.

Intanto il rapporto descrive un fenomeno, quello delle ecomafie, decisamente concentrato nel sud Italia: 934 denunce e 13 arresti in Puglia e 800 e 38 in Calabria. Brilla invece per totale assenza di “fermi verdi” la Sicilia che, su più di 9000 controlli, registra 168 notifiche e 45 confische.  Diversi esempi di reati ambientali dimostrano come il meridione italiano sia la parte più a rischio. Tra questi il più drammatico,  stando al racconto del Presidente della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sulle Ecomafie Gaetano Pecorella,  è avvenuto a Crotone dove è stata denunciata una scuola per bambini i cui pavimenti erano lastricati con rifiuti al piombo e all’arsenico. “La percentuale di malattie riscontrate negli alunni – ha dichiarato Pecorella- è stata davvero elevata”.