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Ecco come ricostruire L’Aquila

21 giugno 2010 0 commenti

pal-margherita1Il vero problema a L’Aquila adesso è quello della ricostruzione del centro storico per la quale saranno necessarie cifre gigantesche, paragonabili forse solo a quelle per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina”. Così Massimo Gallione, presidente del Consiglio nazionale degli Architetti, accendeva i riflettori, a dieci mesi dal terremoto che ha piegato il capoluogo abruzzese, sulla vera emergenza.

E ancora oggi, a più di un anno dall’evento naturale, le domande sono sempre le stesse: come ricostruire il centro storico? E soprattutto come proteggerlo da altri terremoti?

Una soluzione arriva dall’ENEA e dal Politecnico di Torino che, insieme, hanno dato vita ad un nuovo sistema che potrebbe essere applicato per la prima volta al mondo proprio nel centro abruzzese. La nuova invenzione, di cui beneficeranno Palazzo Margherita (sede del comune) e la scuola elementare De Amicis, prevede la sistemazione sotto il piano di posa di una piattaforma isolata che, tramite un meccanismo di tubi a spinta e la collocazione del sistema di dispositivi di isolamento, è in grado di creare una discontinuità tra fondazione e spaccato assionometricosottosuolo, separandolo nettamente dalla struttura e preservandolo dalle oscillazione provocate dal sisma.  La novità, che la distingue dall’isolamento sismico già utilizzato in altre parti del mondo,  sta nella possibilità di applicazione a strutture già esistenti, ad aggregati edilizi di grosse dimensioni e soprattutto ad edifici storici.  Agendo alla base, infatti, si può assolvere al duplice compito, spesso contrastante, di  sicurezza strutturale e conservazione del valore artistico.

Dal punto di vista economico però non ci si discosta molto dalle previsioni : “I costi sono elevati – afferma Paolo Clemente, tra gli autori del brevetto ed esperto ENEA – Per Palazzo Margherita, di dimensioni in pianta pari a 40*60 m, abbiamo stimato una cifra compresa tra i 5 e i 6 milioni di euro”.

E non si parla di risparmio neanche in termini di durata dei lavori:  “I tempi a L’Aquila saranno lunghi, – spiega Clemente- soprattutto per il centro storico, dove i vari cantieri potrebbero ostacolarsi a vicenda. Solo per fare un esempio, la ricostruzione del comune di San Giuliano di Puglia, costituito da 1000 abitanti (L’Aquila ne conta 70.000) e distrutto dal terremoto nel 2002, è solo ora in dirittura di arrivo”.

Insomma,  tutelare gli edifici dal sisma è possibile, anche se a  prezzi molto alti.  In linea generale e a prescindere dall’invenzione, i costi per la ricostruzione di L’Aquila saranno decisamente superiori  a quelli stimati per il ponte sullo stretto di Messina per il quale si parla di circa 5 miliardi di euro, cioè 10.000 miliardi delle vecchie lire.