Home » Alessandra Lasco » Azioni, biodiversità, Clima »

Nasce in Sicilia il “bagnino anti-medusa”: avverte quotidianamente sulla loro presenza in mare

13 agosto 2010 0 commenti

Riconoscere le specie avvistate nella giornata, avvertire sulla loro pericolosità e intervenire in caso di contatto urticante. Aumentano i compiti degli operatori balneari siciliani che, coinvolti in corsi di formazione sulle meduse e sulle azioni di pronto soccorso, aiutano i bagnanti a  prevenire e a curare eventuali ustioni, segnalando anche l’opportunità di scendere in acqua ed eventualmente a che distanza attenersi.

Ad organizzare i corsi l’ISPRA che , nell’ambito della campagna “Mare E…state in salute” , ha messo in piedi un intero sistema di informazione sulle meduse  diretto al grande  pubblico, alle asl e agli assistenti bagnanti con il doppio scopo di  insegnare a riconoscerle  e promuovere una balneazione sicura.

Nell’opuscolo, appositamente redatto e disponibile gratuitamente presso le guardie mediche e gli stabilimenti balneari di tutta la Sicilia, si trovano ulteriori informazioni sulle varie tipologie di meduse avvistate nei mari dell’isola che hanno il doppio scopo di evitare allarmismi e promuovere una balneazione sicura.

Il fenomeno meduse è molto complesso ed articolato- spiega Franco Andaloro, ideatore della campagna- e ha non solo risvolti di natura ambientale, ma anche implicazioni su pesca, turismo e salute”. In Sicilia, in particolare, l’invasione degli ultimi anni può assumere un impatto maggiore per la tradizionale diffusione delle attività di balneazione legate alle condizioni naturalistiche e climatiche e alla vocazione turistica e marinara dell’isola. “Le conseguenze gravi o invalidanti sulla salute – rassicura Andaloro –  possono considerarsi estremamente rare anche se ogni estate il grado di preoccupazione pubblica aumenta in relazione all’espansione del fenomeno”.

Ecco alcune delle informazioni contenute nell’opuscolo:

Pelagia-noctiluca

Pelagia-noctiluca

la medusa più diffusa nei nostri mari è la Pelagia noctiluca, detta anche medusa luminosa per la sua capacità di emettere luminescenza. E’ dotata di un’ ombrella a cupola con margine sfrangiato da cui originano lunghi e sottili tentacoli. Negli ultimi decenni è comparsa saltuariamente lungo le nostre coste, mentre da qualche anno a questa parte è ormai stabilmente segnalata in tutte le stagioni. Sono noti casi in diverse località siciliane, in cui questa specie ha reso vane le attività di pesca per alcuni giorni e per determinati attrezzi, poiché andava ad intasare le reti dei pescatori.

Un’altra specie urticante segnalata nei mari siciliani è  la Physalia phisalis (caravella portoghese), considerata estremamente rara nel Mediterraneo, con apparizioni periodiche di tipo sporadico, e non mostra in questi anni una tendenza ad aumentare. Sulla sua frequenza si è concentrata di recente la preoccupazione dei Physalia_physalisbagnanti; di provenienza atlantica, essa è stata segnalata anche nelle acque dello Stretto di Messina. Questo organismo in realtà non è una medusa vera e propria, ma un sifonoforo, cioè una colonia di polipi, ed è facilmente riconoscibile per la caratteristica forma a sacca galleggiante con lunghi tentacoli blu. E’ comunque opportuno specificare che gli effetti più gravi per la salute umana sono causati da individui di grandi dimensioni, che finora non sono mai stati segnalati nelle nostre acque.

Rhizostoma pulmo

Rhizostoma pulmo

Non tutte le meduse sono pericolose; la Rhizostoma pulmo e la Cotylorhiza tuberculata, ad esempio, svolgono un ruolo importante nell’ecologia di molte specie ittiche; ad esempio, i giovanili di ricciola, suri, sugarelli ed altri carangidi passano le loro prime fasi di vita e di crescita all’ombra di queste meduse, dove trovano cibo e protezione dai predatori.

Infine, i grandi banchi segnalati in questi giorni sulle coste liguri e della Corsica appartengono alla specie Velella velella, più nota come “barchetta di San Pietro”. Non è una medusa ma un piccolo sifonoforo

Velella vellela

Velella vellela

galleggiante, di colore azzurrognolo argentato, dotato di una cresta cornea che funge da vela. La specie vive infatti sulla superficie del mare e si sposta grazie al vento.Non è pericolosa per l’uomo, al contrario è ritenuta dai pescatori di buon auspicio per la pesca.