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Cambia il vento dell’ eolico: ecco i numeri della recessione regione per regione.

20 gennaio 2011 0 commenti

Una barca a vela che naviga senza vento. Una metafora, forse la più appropriata in questo caso, per rappresentare l’andamento italiano nel settore dell’energia eolica che archivia il 2010 come il primo anno di recessione. A lanciare l’allarme l’ANEV (Associazione Nazionale Energia dal Vento) che segnala una riduzione del 25% rispetto all’anno precedente.

eolico 1Secondo quanto affermato dall’Associazione Nazionale al calo del valore dei Certificati Verdi ha corrisposto una drastica decrescita degli impianti istallati che a questi livelli non sono più remunerativi. Secondo i dati nazionali dell’ANEV, in Sicilia la crescita rispetto al 2008 del 41% evidenziata nel 2009 scende nell’anno successivo al 30%, mentre in Puglia passa da 22,5% all’ 11,1%. A Registrare uno dei maggiori cali la Campania che è cresciuta solo dello 0,6%, e la Calabria che da un + 108,5% di aumento ed un totale di 400 MW di potenza installata al 2009, cataloga il 2010 con un + 47,3 ed una potenza installata pari a 589 MW. Fanno seguito  Sardegna (25,3%/ 2009 e +15,%/2010), Abruzzo (21% e +9,7%) e Liguria (+35,8% e + 12,9%). Uniche eccezioni il Molise che, partendo da una  crescita dell’28,5% del 2009, arriva nel 2010 al 53,9% e la Basilicata che  passa dall’8,6% del 2009 al 22,8% del 2010.

“La criticità del momento è evidente, – commenta il Segretario Generale dell’ANEV Simone Togni -le nuove norme che dovrebbero consentire di raggiungere gli obiettivi volontari assunti dall’Italia al 2020 sono in fase di emanazione, il Governo dovrà riuscire a eliminare le inefficienze e strutturare un quadro regolatorio certo, equo e efficiente per evitare le gravi penalizzazioni che rischiamo in caso di inadempimento. Un comparto che cresce con oltre 8.000 nuovi occupati all’anno – aggiunge-  oggi è completamente bloccato per ritardi legislativi”.  Un lusso che il nostro Belpaese, soprattutto adesso, non si può certamente permettere.