Mappata per la prima volta l’Italia del consumo di suolo, quella che sparisce sotto colate di cemento. A realizzarla l’Ispra che questa’anno grazie alla cartografia ad altissima risoluzione, utilizza nuovi dati, aggiorna i precedenti e completa il quadro nazionale con quelli di regioni, province e comuni, senza trascurare coste, suolo lungo laghi e fiumi e aree a pericolosità idraulica.
I numeri parlano chiaro: è stato ormai impermeabilizzato ormai il 7 % dell’intero territorio italiano, coste comprese. Di queste il 20% è ormai perso irrimediabilmente. Spazzati via anche 34.000 ettari all’interno di aree protette, il 9% delle zone a pericolosità idraulica e il 5% delle rive di fiumi e laghi. Il cemento è davvero andato oltre invadendo persino il 2% delle zone considerate non consumabili (montagne, aree a pendenza elevata, zone umide). Si perdono 50 ettari al giorno al ritmo di 6/7 metri quadrati al secondo.
Nella classifica delle regioni “più consumate”, si confermano al primo posto Lombardia e Veneto (intorno al 10%), mentre alla Liguria vanno le maglie nere della copertura di territorio entro i 300 metri dalla costa (40%), della percentuale di suolo consumato entro i 150 metri dai corpi idrici e quella delle aree a pericolosità idraulica, ormai impermeabilizzate (il 30%). Tra le zone a rischio idraulico è invece l’Emilia Romagna, con oltre 100.000 ettari, a detenere il primato in termini di superfici. Monza e Brianza, ai vertici delle province più cementificate, raggiunge il 35%, mentre i comuni delle province di Napoli, Caserta, Milano e Torino oltrepassano il 50%, raggiungendo anche il 60%. Il record assoluto, con l’85% di suolo sigillato, va al piccolo comune di Casavatore nel napoletano.
L’ispra ha realizzato anche un video che mostra chiaramente la superficie di territorio ormai persa irrimediabilmente.
Guardate voi stessi.
https://drive.google.com/file/d/0BxoGyR4FBSopMldkQnFoMUFsT2s/view?pli=1