La primavera che vorremmo
Ovvero, la primavera di cui abbiamo bisogno.
Su Internazionale del 6 Marzo us è stato ripreso un articolo del Washington Post (a cura di Mary Jordan) che parla di un fenomeno sempre più in crescita, e probabilmente non solo in Italia: l’usura in mano alle organizzazioni criminali.
A riprova di quanto scritto pochi giorni fa (qui) anche l’articolo statunitense parla specificamente del nostro “bel paese” e non è un caso: quanti altri possono vantare una presenza potente e pervasiva di mafie, camorre e ‘ndranghete come il nostro? Se infatti è possibile una piccola critica al settimanale di Giovanni De Mauro (mai abbastanza ringraziato per la boccata d’aria pulita che offre tutte le settimane con la rassegna di articoli provenienti da paesi liberi e civili, ossia sempre meno spesso dall’Italia), è proprio quella della “timidezza” nei titoli: laddove il Washington Post apre con “Siccome le banche italiane restringono il credito, le imprese disperate vanno a trovare la mafia” (“As Italy’s Banks Tighten Lending, Desperate Firms Call on the Mafia”), il nostro settimanale preferisce un più morbido “Affari d’oro per l’usura”. La parola “taboo” è sostituita nel sottotitolo con “criminalità organizzata” e “mafia” si trova solo nel grassetto della seconda pagina. In ogni caso il testo non cambia, così come la drammaticità delle interviste agli imprenditori italiani costretti a subire i ricatti degli strozzini perché «[...] il sistema bancario non funziona e il mercato informale del credito è spesso gestito dalla criminalità organizzata, che così si rafforza. Mentre lo stato diventa più debole.»
Crisi economico/finanziaria e conseguente riduzione del credito da parte del sistema bancario: «E’ un periodo fantastico per i mafiosi Perché hanno i contanti. La mafia è probabilmente l’unica azienda italiana a non avere problemi di liquidità» (dice Antonio Roccuzzo, citato dall’autrice del testo).
Che sia per questo che qualche politico italiano, guarda caso amico del pregiudicato Marcello Dell’Utri, sostiene che la crisi non è poi così grave, ma più che altro è “drammatizzata dai media”?.
In effetti, le cose paiono diverse a seconda dal punto di vista da cui le si guarda….
Ma allora, nel gelo della paura e della disperazione trasmesso dai racconti degli intervistati (e per me personalmente anche dal dubbio delle righe precedenti), dove troviamo la primavera del titolo?
Quest’anno la primavera che ci piace e di cui abbiamo bisogno comincia a Napoli, dove l’Associazione Libera terrà la “XIV Giornata della memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime”. Per usare le loro parole, “La giornata del 21 marzo, primo giorno di primavera, è il momento che Libera dedica alla memoria di tutti coloro che hanno dato la vita nel nostro Paese per contrastare le mafie. E’ questa l’occasione nella quale Libera rilancia ogni anno un impegno che non deve venire mai meno.”
Le questioni delle crisi economica, dell’avanzare delle mafie e delle (per usare un eufemismo) scarse misure contro entrambi i fenomeni che il nostro governo sta prendendo sono strettamente correlate. Sarà bene non dimenticarlo, prima che il nostro “inverno” diventi insostenibile.
Se vi interessa approfondire cosa pensa e come agisce Libera, continuate a leggere tutto qui
E il 19 sarà ricordato don Peppe Diana, prete scout.